3) In terzo luogo, poichè le politiche economiche naz~onali interferiscono fra loro, si rende necessario stabilire in via preventiva le regole dell'accentramento e del decentramento, cioè quali misure devono essere prescritte dagli organi rappresentativi della Comunità, e quali si possono lasciare alle deliber,azioni autonome dei Governi. A questo punto l'A. analizza sul piano concreto come operebbero le tre regole generali sopra enunciate nel caso che l'Italia fosse legata ad un patto che istituisca il mercato comune europeo. A prima vista sembrerebbe· che tale inserimento dovrebbe importare l'abbandono della nostra politica di sviluppo nazionale e specialmente della politica di sussidi all'iniziativa privata nel Mezzogiorno (sussidi per gli investimenti agricoli, crediti a tassi d'interesse inferiori a quelli praticati normalmente dàlle banche, esenzio11i fiscali varie, riduzioni delle tariffe dei trasporti, ecc.) che può essere ritenuta incompatibile con le regole della piena concorrenza sulle quali si fonda la concezione del mercato comune. Evidentemente occorrerebbe ammettere delle eccezioni a queste regole, le quali non dovrebbero però essere arbitrarie. La loro legittimazione scaturirebbe dall'operare delle tre regole assunte a guida della politica economica della Comunità. Nel caso ora prospettato le tre regole op~rerebbero nel seguente modo: - l'Italia ha intrapreso una politica di sviluppo regionale nel Mezzogiorno: essa cosi assolve il suo impegno di promuovere il pieno impiego delle sue risorse disponibili; - la Comunità può chiedere che la misura e l'assortimento dei sussidi siano concordati in sede sopranazionale; - la Comunità agirebbe a sostegno dell'azione intrapresa dal Governo Italiano, ove questa risulti insufficiente con i mezzi di cui può disporre.. a realizzare l'obiettivo dello sviluppo dell'economia meridionale. In questo modo il progresso delle zone sottosviluppate dell'Europa potrebbe essere stimolato, nell'ambito del mercato com,une, in quanto i problemi delle zone sottosviluppate diventerebbero i problemi della Comuni- • tà tutta intera, e non più problemi locali dei paesi singoli. Incentivi per il Mezzogiorno; in cc Mondo Economico », 29 settembre 1956. L'elemento nuovo affiorato negli ultimi tempi in tema di sviluppo economico del Mezzogiorno è rappresentato da u11a nuova serie di « incentivi per il Mezzogiorno» che ~arebbero inclusi fra i provvedimenti che il Governo sta elaborando per il cosiddetto cc rilancio del Piano Vanoni ». Fra tali incentivi figurerebbe in primo luogo un provvedimento che impliche- [76] Bibloteca Gino Bianco
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