Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

altri limiti: limiti per natura più facilmente riconoscibili, e ~he rendono più immediatamente e persuasivamente evidenti le scarse possibilità di perseguire un livellamento dei consumi nei modi descritti. Questi limiti potrebbero così riassumersi: a) non esistono ampie categorie di non slalariati che godano di redditi sensibili in consumi; b) per converso esisto110ampie categorie di non salariati che godono di redditi spendibili in consumi di poco superiori, od anche inferiori, a quelli goduti dai salariati; c) la << varietà» dei consumi si presenta più frequentemente ed ampiamente nell'ambito di una stessa categoria di percettori di reddito - e ciò è vero proprio per i salariati - che non nel complesso delle categorie. In quest'ultima caratteristica è facile riconoscere lo squilibrio esistente tra le regioni centro-settentrionali ed il Mezz.ogiorno ·d'Italia: ma su questo particolare argomento si tornerà in seguito. Non è difficile perciò persuadersi che una redistribuzione dei redditi consumabili attraverso una p.olitica di più rilevanti incrementi delle disponibilità per consumi da parte dei salariati, e quindi attraverso una politica di esp,ansione dei salari monetari più veloce del limite globale imposto all'accrescimento dei consumi, presenta ben scarse possibilità di attuazione, nel caso che non si voglia compromettere la riuscita del programma di sviluppo. Pertanto la politica fìscal~ rimane, in tal campo, quella più agevole ad attuarsi e a risolversi in effetti benefici, sia da un punto di vista sociale che da un punto di vista economico. Negare però la compatibilità tra un'espansione siffatta dei salari mon.etari oltre limiti assai ristretti e la politica di sviluppo, non significa anc~ra negare codesta compatibilità ad incrementi dei salari complessivi, perseguibili attraverso una· espansione dei salari non monetari che operi un . trasferimento di reddito a favore dei salariati. Mentre da un canto le organizzazioni sindacali reclamano la necessità di un'espansione dei redditi da lavoro in periodi di accresciuta accumul:izione di capitale, perchè r1on siano escluse - sia pure p,arzialmente - le categorie dei salariati dai benefici ad essa connessi; d'altro canto si sente affermare che una accumulazione di capitali, la quale non dia luogo ad innalzamenti di prezzi o ad abbassamenti di salari, non avviene a scàpito dei consumatori né, tantq meno, dei salariati. E' facile però obiettare a codesti rilievi che se l'accumulazione di capitale non ha dato luogo nè a diminuzione di prezzi, né ad innalzamenti di salari, mentre - per sua [62] Bibloteca Gino Bianco

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