Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

l'ipotesi di una sostanzialmente irrilevante propensione al riwarmio da parte dei salariati. Di nuovo, tuttavia, si deve obiettare che questa ipotesi non è di per sè sufficiente a ·dedurne che una espansione dei sala~imonetari (i quali si traducono quasi totalmente in spesa per consumi), se spinta al di là di certi limiti assai ristretti, darebbe luogo - necessariamente - ad una espansio11e dei consumi globali, superiore a quella consentita dalla politica di sviluppo che ci si è prefissi di perseguire. Perchè sia possibile sostenere questa tesi è necessario introdurre una ipotesi ulteriore: bisogna cioè presuppore che sia irrealizzabile una distribuzione degli accrescimenti dei consumi a favore delle categ.orie dei salariati. Il ,fatto che sia predeterminato, rispetto al volume iniziale, l'incremento dei consumi globali compatibile col programma di sviluppo, non potrebbe in ~lcun modo implicare di per sè una predeterminazione dei criteri di rip,artizione dell~incremento medesimo tra i diversi gruppi sociali che costituiscono la massa dei consumatori: e quindi nemmeno potrebbe implicare la necessità di mantenere inalterata la ripartizione inizialmente esistente delle disponibilità per consumo. Quando lo « schema decennale » suggerisce una ulteriore limitazione dei consumi per gli <<occuplati >> iniziali (riducendone il tasso decennale di incremento dal SO al 30 per cento), esso propone proprio una redistribuzione delle disponibilita per consumi a favore dei disoccupati, al fine di portarne il livello di vita alla stessa altezza di quello degli <<occupati». Ma non è afflatto rintracciabile nel piano una qualsiasi prop.osta - implicita od esplicita che sia - tendente ad affermare che a quel complessivo incremento concorra ogni categoria di consumatori, con un incremento dello stesso valore rispetto alle disponibilità inizialmente possedute. A rigore, insomma, l' esplansione totale dei consumi è pur sempre contenibile in determinati limiti, anche qualora i consumi (e quindi, per le ipotesi già enunciate, i salari monetari) dei salariati si accrescano ad un ritmo superiore a quell'espansione, a patto che sia possibile limitare adeguatamente lo sviluppo dei consumi di altre categorie. \ , , Si tratterebbe cioè di attuare un livellamento relativo dei redditi destinati a consumo, oltre che - ovviamente - ad effettuare una redistribuzione dei redditi complessivi. Si potrebbe così eliminare quelle « varietà » di [60] Bibloteca Gino Bianco

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