Editoriale Quest'anno, il 1956, come lo scorso anno, il 1955, è stato un anno di celebrazioni decenna/,i. Quello, il 1955, ha celebrato1 il decennale della Liberazione; questo, il 1956, ha celebrato il decennale dellia Repubblica, di quel 2 giugno 1946, quando il popolo italiano, rompendo con una tradizione pur antica e gloriosa della sua storia, decise che lo spartiacque tra il pas ,s,ato e l'avvenire si esprimesse anche nelle forme istituzionali entro, cui si sar ebbe st)o/ta la sua vita democratiro. D'abitudine, siffatte ricorrenze servono per consentire agli uomini di fermarsi per un istante, di considerare il passato con ·s~ntimenti ottimis tici - di .qurll' ottimismo 1 che si ha di solito nelle celebrazioni -, di percorrere con sguardo ,orgoglioso, il già fatto e di volgersi cd futuro con fiduciosa :.speranza. Pure, questa volta vi è stata una ragione di più per tutto ciò: poiché il decenna/,~ della Repubblica ha coinciso, giorno più gio rno meno - e n1on-p,o-Aevaesserci veramente migliore e più esemplare coincidenza -, con una delle più alte manifestazioni di libertà che si diano in democrazia, col libero voto del popolo chiamiato ad eleggere i suoi ammi-- nistratori nei oomuni e nelle provincie. E profmo· i risultati del 27 mag gio 1956, co,me già avemmo occasione di· constatare, han.no consentito di va/,utare quanto cammino si sia percorso in dieci anni ed hanno aperto uffic ia/,- mente l'evoluzione in corso nella realtà politica italiana. Quel voto ha denunciato una crisi serz'a dell'estrema destra e l'ha aggravata al punto che oggi si assiste alla disgregazione di quei partiti che nel '52-'53, proclamandosi « forze niazionali », sembravano1 .recare dal Sud una seria mz·naccia alle istituzioni riepubblicane: si vedano ora le ulti me vicende del neo-fascismo, Lauro degradato a fen.omeno folcloristico (u mi- [3] Bibloteca Gino Bianco I
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