Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

in vivo risalto i contrasti di corrente esiste11ti nella D.C. siciliana, e in vista anche del congresso di Trento del partito democristiano, i « faÌÌfaniani » appoggiati inavvertitamente dalle opposizioni parlamentari di destra e di sinistra) tentavano di scalzare il governo Alessi. Perchè si possa avere un'idea dell'asprezza del contrasto esistente tra la corrente che fa capo ad Alessi e la Segreteria Regionale, li.gia ai voleri dell' on. Fanfani, basta qui accennare all'episodio di Caltanissetta. · A Caltanissetta si giungeva la scorsa estate al punto di eleggere il Sindaco democristiano con i voti dei socialisti e dei comunisti, non avendo egli potuto raccogliere i voti del suo partito perchè « alessiano ». A Caltanissetta · come si ricorderà, si era combattuta un'aspra lotta tra le due fazioni della D.C.: una, capeggiata dagli on.li Pignatone, Volpe e Lanza, riusciva a disfarsi dell'altra, costituita da elementi cc alessiani » ribelli ai sistemi cc mafio- , si » instaurati dalla prima. La fazione vittoriosa era peraltro appoggiata dal segretario regionale della D.C., dott. Nino Gullotti. Senonchè, alle elezioni amministrative, una lista civica, costituita appunto dalla corrente dissidente, riusciva ad ottenere più consiglieri della lista ufficiale D.C. Quest'ultima preferiva quindi far lega con il gruppo comunista pur di non venire a patti con la corrente cc alessiana ». Si veniva a stabilire così una paradossale situazione, di una corrente che si definiva cc fanfaniana » e apriva a sinistra per fare uno sgambetto alla corrente avversaria, mentre in una serie di comuni si parlava di commissar:i prefettizi e di chiusura a sinistra. E ciò, si badi, col cris~a del segretario regionale e probabilmente anche di Fanfani. Ci sono poi altri precedenti della crisi che sarà bene rilevare, anche per dare un quadro più chiaro e completo della situazione politica e parlamentare regionale. Si inizia nel mese di giugno una polemica, specialmente con la stampa del Nord, intorno alla questione dell'Alta Corte per la Sicilia; tale polemica raggiunge toni molto aspri, ed offre anch'essa del materiale agli oppositori di Alessi che cercavano l'incentivo per far cadere il governo. Se si è giunti a tanto, - così si ragiona da parte degli oppositori della destra economica -, e cioè se si è giunti al punto da rendere invisa agli occhi della nazione l'autonomia siciliana ed i suoi più vitali istituti, ciò si deve all'azione del governo Alessi, che non ha saputo mantenersi entro i limiti costituzionalmente consentiti, rendendosi responsabile di arbitrì, si deve alla sua smodata corsa alle innovazioni. D'altra parte le sinistre accusano il governo Alessi di immobilismo, di inattività e di confusionismo. E in verità, come si è detto, per la sua compo•• sita formazione, per la invecchiata formula su cui si regge, il governo regio- - nale rivela notevole incertezza di programmi e di azione, nè può dirsi effettiva l'unità d'intenti di coloro che contribuiscono a formarlo. [44] Bibloteca Gino Bianco

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