<lenza i termin'i di legge (la legge 18 /XII/ 1927, n. 250 I) in base ai qual i era ed è tutt'ora disciplinata la co-ncessione delle licenze d'eserciziò, se ne de~unlciavano le pro-babili implicazioni camorristiche e corporativistiche e - confutate certe tesi interpretative di un'indagine dell'ISTAT, le quali non sembravano sufficientemente suffragate nè dai fatti nè dalla logica - si additava nel sistema delle licenze, cosi come attualmente concepito, piuttosto una remora che un incentivo allo sviluppo di codesta particolare branca delle cosi dette attività terziarie. Pertanto ci si pronunciava a favore di una tempestiva e totale abolizione del sistema. Le circolari ministeriali di cui s'è detto or ora, peraltro, non rispo11dono che molto alla lontana ai nostri desiderata: tuttavia, mentre costitujscono una palese conferma (sia pure indiretta) dell'esistenza di certe situazioni che allora credemmo di poter diagnosticare a solo lume di logica, d'altro canto dovrebbero autorizzare a ritenere prossima la promulgazione <li un testo legislativo che definisse soddisfacentemente Ìa questione, un testo che è stato prea11nunciato dal ministro Cortese e che da molto tempo si faceva attendere. Questa deve essere stata anche l'impressione delle categorie direttamente interessate, a giudicare dalle prime e tutt'altro che benevoli reazioni suscitate dalle circolari ministeriali: queste reazioni non costituiscono però l'argomento di fondo del presente scritto., stimandosi sufficiente quanto si disse in proposito, in circostanze analoghe, 11ell'articolo innanzi citato. Interessa invece soffermarsi sulle opinioni espresse in merito dalla stampa di ispirazione sindacale o della « sinistra democratica » (si vedano, ad esempio, alcuni dei commenti pubblicati dal milanese Il Giorno tra ~a fine di agosto ed i primi di settembre, o alcuni degli articoli apparsi sul settimanale Il Mercurio all'incirca nello stesso periodo; ed ancora, tipicamente esemplificativa, la dichiarazione della U.I.L. accolta da La Voce Repubbli-- cana del 19 settembre). L'attenzione è attratta in ispecie da quelle argomentazioni che vorrebbero annettere al sistema delle licenze d'esercizio del commercio al dettaglio una funzione di perseguimento e di tutela dell' <e utilità sociale » di code~ sta attività: funzione che si esplicherebbe nella forma di un controllo preventivo e direttivo sull'accrescimento delle unità operative, tale da eliminare od almeno contenere entro limiti assai ristretti, i danni e gli sprechi em~rgenti da una concorrenza troppo accesa, ed inoltre idoneo ad agevolare e promuovere l'evoluzione di questo ramo dell'apparato distributivo verso forme piu progredite e meglio rispondenti all'interesse generale. I· sostenitori di questo punto di vista - che d'ora innanzi, per semplici motivi di brevità e comodità espositiva, chiameremo cc vincolista » - ricorrono sovente ai confronti di carattere internazionale, desumendone un quadro quanto\ mai desolante delle strutture del commercio al minuto nostrano; so- [38] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==