Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

contrario: e cioè the da qualche mese (in particolare dalla Conferenza di Venezia di fine maggio) il governo socialista sta face11do decisi passi-..in avanti per ottenere che il Parlamento ed il Paese accettino il progetto Spaak. nelle sue linee essenziali (ed il Sottosegretario agli Esteri, il radicale Maurice Faure, ha potuto annunziare agli esperti riuniti a Bruxelles a metà luglio che le organizzazioni di categoria dell'agricoltura francese si sono dichiarate favorevoli al mercato comune). Quali sono le ragioni economiche che spingono gli inglesi a proporre la Free Trade Area) quali i motivi che ne rendono problematica la realizzazione? C'è, come dicevamo, innanzitutto il timore di rimanere indietro. E rimanere indietro in due modi: in primo luogo, sul Continente stesso, dove si verrebbe a creare un'area economica, protetta verso l'esterno da una tariffa comune, e dove quindi i prodotti britannici verrebbero praticamente tagliati fuori dalla concorrenza delle industrie dei cc sei », particolarmente da quelle tedesche; in secondo luogo, sugli altri mercati, dove l'industria britannica difficilmente potrà reggere la concorrenza delle imprese continentali, cui lo slargamento del mercato permetterà un più rapido processo di_ammodernamento e di razionalizzazione, con relativa espansione produttiva a costi di pro-duzione ridotti. L'Economist) che più degli altri organi di stampa spinge il Governo <=ld associarsi agli sforzi del Continente, ha tradotto la situazione in cifre: cc L'Europa dei Sei rappresenta, tra i grandi mercati, quello il cui ritmo di espansione è il più rapido del mondo. Mentre le importazioni del Commonwealth sono rimaste statiche intorno ai 12.000 milioni di sterline dal 1950, le importazioni totali dei Sei sono salite da 11.000 milioni ad oltre 19.000 mlioni. Fino ad oggi la Gran Bretagna ha beneficato di questo sviluppo solo in misura limitata, dato che tra il I 950 ed il J 955 le sue esportazioni verso i Sei sono salite da 700 a 1.100 milioni di sterline ». È notevole dal punto di vista inglese che il Benelux, sebbene abbia soltanto l'ottava parte della popolazione dei paesi C.E.C.A. e la settima parte del reddito, rappresenta circa la metà del commercio britannico con i Sei. Ora, il Benelux ha la protezione tariffaria di gran lunga meno forte rispetto agli altri tre paesi (Francia, Germania ed Italia) e rappresenta un indice grave di quello che potrebbe accadere all'industria britannica se, realizzatasi l'unione doganale dei Sei, la tariffa comune verso l'esterno venisse stabilita su un valore medio tra le percentuali massime franco-italiane e le percentuali minime belgo-olandesi. È chiaro, dunque, l'interesse della Gran Bretagna a prendere parte in qualcl1e modo alla nuova situazione tariffaria che si viene delineando in Europa. Le opposizioni non manc;ano. E sono essenzialmente di duplice natura: in primo luogo protestano certe industrie britanniche, fortemente protette, che temono di non poter reggere alla concorrenza, soprattutto tedesca. Sono [32] BiblotecaGin·oBianco

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