Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

I che la Gran Bretagna avesse sollecitamente !isposto in modo affermativo alla proposta tedesca. Ma, con molta probabilità, le cose stanno diversamente, per lo mer10 in una certa misura. Non c'è dubbio, infatti, che il progetto Mac Millan fosse in cantiere fin dalla primavera scorsa e comunque ben da prima della crisi di Suez. I contrasti tra gli alleati occidentali dopo il colpo di testa del Colon~ello Nasser potrebbero però averne affrettato la formulazione, accrescendo al tempo stesso la profondità dell'impegno britannico. E è questo, senza dubbio, il primo aspetto positivo del Piano Mac Millan: in quanto cioè espressione della necessità sentita dagli inglesi di accostarsi ai Paesi del Continente per cercare di marciare insieme. Il secondo aspetto positivo, strettamente connesso al primo, è che questa necessità venga avvertita tanto per ragioni politiche che economiche. Finora il governo britannico ha ondeggiato davanti ai progetti di integrazione europea tra scetticismo ed ostilità; è stato favorevole, talvolta, a parole, ma senza mai riuscire a superare l'avversione intima, di fondo, che avvertiva verso ogni passo dei Passi del Continente che tendesse verso l'Unione. Proprio perchè ognuno di tali passi rendeva agli inglesi più chiara e più dramn1atica l'alternativa, cui andavano incontro con la loro politica, e cioè prendere la grande decisione e saltare il fosso, unendosi al processo integrativo dei sei Paesi del Continente, oppure accettare la politica del distacco dall'Europa, in nome della superiore importanza del Commonwealth, considerare come una utopia qualsiasi progetto di federazione europea e con una realtà politica consolidata l'attuale situazione, tenendo, come i laburisti avevano consigliato in un ormai famoso opuscolo, i piedi a terra (f eet on the ground). Ogni volta che il Governo di Londra aveva annunciato il suo appoggio ai progetti continentali di integrazione lo aveva fatto come per compiere un dovere verso gli alleati europei e per non urtare il Governo degli Stati Uniti, sempre estremamente favorevole agli sforzi federativi dei paesi europei. Le prese di posizione ufficiali britanniche rispecchiavano generalmente l'idea che la C.E.C.A. e la C.E.D. dovessero essere incoraggiate, non tanto come tappe essenziali verso la federazione europea, ma piuttosto come mezzi per impedire lo slittamento tedesco verso il sistema sovietico o più semplicemente come formule politiche necessarie alle classi politiche democratiche dei paesi continentalj per resistere alle offensive totalitarie di destra e di sinistra. Ma, ripetiamo, difficilmente si è affermato a Londra, ammesso che questa volta sia stato affermato, che i progetti di integrazione dovessero essere appoggiati in sè, cioè per le enormi possibilità di svilu'ppo e di avvenire che offrivano all'Europa. Le dichiarazioni di Mac Millan costituiscono da questo punto di vista [30] Bibloteca Gino Bianco

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