Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

un'llilità fittizia e sempre sul momento di franare, che fra i paesi arabi dietro le proteste formali di solid,arietà vi fosse nel f.ondo una viva preoccupazione per le pretese dell'Egitto e perfino un risentimento anti-egiziano, questa ipotesi, che era stata alla base della politica ·britannica nel· Medio Oriente fino al luglio, era anche alla base dell',atteggiamento di fermezza assunto dall'Inghilterra subito dopo l'annuncio della nazionalizzazione del canale. Se si può rimproverare alla Gran Bretagn.a di non aver perseguito con coerenza t~le linea; si deve rimproverare agli Stati Uniti di non averla co~presa o di non averla voluta comprenrdere. I dirigentÌ americani, col loro atteggiamento possibilista hanno virtualmente distrutto la sola corrente politica occidentale del Medio Oriente. Su cosa poteva con~re l'Italia per inserirsi all'improvviso, e senza preparazione alcuna, jn tale situazione? Su nulla, esattamente. O, se si pref trisce, sul mito di una tradizionale a1nicizia italo-araba, il cui ricordo più recente risaliv~ al '40-'43, al p~riodo in cui il fascismo reclutava qualche screditato capo-banda e lo faceva parlare dalle nostre stazioni-radio per eccitare l'odio antinglese e antifrancese, in realtà la xenofobia nelle masse n1usulmane. E magari anche su qt1alche miliardo investito qua e là. Ma si guardi alla Germania occidentale, al paese cioè che veramente ha compiuto una poderosa penetrazione economica in quelle zone e che veramente avrebbe· la capacità, per ~apitali ed attrezzature, di una presenza economica massiccia: ebbene, la diplomazia di Bonn è stata assai più cauta, più intelligente e conseguente di quella italiana. E si è servita dell;t crisi di Suez per un rilancio in grande stile della su~ politica estera. La verità è che in Italia si pensa ancora che il fatto di essere più vicini di altri paesi iagli stati arabi ci dia dei vantaggi decisivi; la verità è rche nel .secoloventesimo vi I sono ancora dirigenti politici che pensano all'espansione economica. come se fossimo ai tempi delle repubbliche marinare. È stato co,sì che proprio nei mesi in cui cominciava a scricchiolare l'asse anglo-americano dell'alleanza atlantica, il nostro paese si è assunta la grave responsabilità di dislocare ulteriormente la solidarietà occidentale. Ed era evidente che una volta perse di vista le opzioni pregiudiziali, ci si sarebbe messi su una china scivolosa, dove le goffaggini, gli errori, le impennate, si sarebbero seguite l'una all'altra, si sarebbero intrecciate. In che cosa tutto ciò è stato mutato pei gravi, drammatici, avvenimenti degli ultimi giorni di ottobre, per l'improvviso acutizzarsi del conflitto tra (15] Bibloteca Gino Bianco·

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