le conseguenze della sua concezione metodologica; ecco quale dovrebbe essere infatti a suo avviso il compito dello storico: << anche se lo storico non riesce a darci la enorme raccolta di fatti che costituiscono la storia di tipo ideale, il suo compito resta quello di dare una raccolta più breve che sia indicati.va della raccolta ideale. In altre parole; la sua scelta deve trovare giustificazione nel rapporto di connessione con la storia ideale, un rapporto che è analogo (anche se non è indentico) a quello per cui un buon saggio statistico viene dato come indice di una popolazione indeterminata » I Insomma, il problema della scelta, coerentemente del resto al suo concetto di << verità » della storia, viene risolto dall' A. in modo del tutto estrinseco e quantitativo. E ancora, che cosa di viene il delicato nesso di metodologia e storiografia nel pensiero del1' A.? Diviene... << la confusione tipica tra la psicologia e la logica della interpretazione storica » I E se qualcuno, non riuscisse a comprendere questo nebuloso concetto in cui si assommano tutti i limiti della formazione culturale dell' A. e della tradizione a cui si richiama, troverebbe presto commento nell' affermazione seguente: << potrebbe benissimo esserci del vero nell'affermazione che lo storico deve far propria una teoria speculativa o un certo sistema morale, prima di porsi a delineare una sintesi storica. Ma non è la sua adesione ad un sistema che conferisce verità o credibilità -o attendibilità alla sua opera storica ». È da sottolinearsi come qui siano usati indifferentemente i termini << verità>>, << credibilità », << attendibilità »; il che convalida quanto precedentemente abbiamo detto sulla positivistica indistinzione tra << certo » << vero » nel pensiero di White. Veramente, dalla lettura di questo libro (che senza dubbio, come è detto nella presentazione, ha il merito di sostituire ad un cliché generico dell'americanismo un quadro assai più articolato e ricco) si esce assai per-plessi su certi ardori neo-illuministici, e all'invito rivolto dal presentatore ai critici (storicisti e marxisti) dello americanismo, a ripensare al fondamento delle loro obiezioni, si è tentati di rispondere con le parole di Lienard Bergel (Spettatore Italiano, nov. 1955) che ci tornavano in mente durante tutto questo discorso: << L'America deve ancora attraversare le esperienze presupposte dalla storiografia crociana e rispondere ai quesiti che essa · pone; deve ancora far suo il rispetto per la indipendenza del pensiero; deve ancora sviluppare, prin1a che un proficuo contatto fra essa e il mondo di Croce possa essere stabilito, quella vitale tradizione di cultura e quell'opera di perfezionamento intellettuale che in Europa sono state coltivate da secoli e sulle quali quella filosofia è basata ... ». TARCISIO AMATO Dir. Resp.1 F. Compagna • Segr. Redaz.1 N. A.jello • Stampai A.rchetipografia di Milano S. p. a. • Viale Umbria,5-i Spedizione in abbonamento postale, Groppo III • Pubblicazione autorizzata • Printed in Italy • Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica riservati • I manoscritti anche se non pubblicati non si restituiscono. Bibloteca Gino Bianco
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