Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

dell'opinione pubblica si sarebbe spostata dalle difficoltà dei comunisti, dalla loro crisi, dalle conseguenze del rapporto Kruscev e dalla destalinizzazione (non si sospettavano neppure i fatti di Polonia e di Ungheria), per concentrarsi tutta sulle sponde del canale conteso. Togliatti avrebbe potuto così continuare indisturbato il lavoro di repressione delle velleità di eresia in seno al suo partito, ristabilire la disciplina, dimostrare che Stalin non era nè un accidente nè una sostanza e che quindi non era mai esistito, e ripristinare il culto della vecchia direzione collettiva. Il fascismo egiziano e tutto il resto non aveva importanza: poichè vi sarebbe sempre stato qualche filosofo disoccupato, qualche letterato reduce dalle ser:ate di i San Leni11grado » o di << San Pechino», pronto a dimostrare, con la più raffinata dialettica, che i più loschi tirannelli costiruiscono una forza obiettivamente liberale e pr.ogressista. . Molto meno comprensibile erd. invece che cedessero alle seduzioni di una siffatta dialettica uomini pel centro sinistra laico, di forti e veementi tr,adizioni antifasciste. Certi cedimenti nel settore di Unità Popol?re, ad esempio, hanno mostrato quanto ancora sia operante la suggestione di un . generico sinistrismo, come ancora non siano stati interpretati, pur da chi se ne occupa quindicinalmente, tutti i dati reali della situazione internazionale, come ancora si sia nel vago, nell'astratto, e spesso sopratutto nel poco informato quando si parla delle rivoluzioni << nazionali>> del nostro secolo. Nè valeva tentare di mettere in pace la coscienza accomunando in una stessa condanna il fascismo di Nasser e la politica fr,anco-inglese: poichè queste sono piccole ipocrisie, che non riescono neppure a celare l'inquietudine di cl1i le avanza sapendo di giuocare a nascon,dersi magari con una propria più intima vocazione. Quegli uomini di Unità Popolare che tra agosto ed ottob,re hanno ceduto alle lusinghe della dialettica comunista o che hanno obbedito al richiamo di chissà quali am•bizioseoperazioni politiche non hanno compreso che in questa assurda estate 1956 il canale di Suez non univa soltanto il Mediterraneo al Mar Rosso, ma separava anche, almeno in Italia, i democratici dagli antidemocratici. E si deve pur dire che i gruppi di centro-sinistra, appunto qualche esponente di Unità Popolare, hanno reagito, come dovevano reagire, ponendosi in prima linea sul fronte antinasseriano. Quasi del tutto incomprensibile riesce finalmente l'atteggiamento dei liberali e di larghissimi settori della Democrazia C,ristiana. E se anche si [Il] Bibloteca Gino Bianco

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