Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

nist~, partì all'attacco di Ranke ... ». Altrove il White sottolinea il rispetto che sia Robinson che « il Beard dei primi scritti » portarono alla scienza e al suo metodo. (Dal loro punto di vista, due erano i canoni principali della scienza: la libertà da ogni intenzione partigiani e l' applicazione del principio di causalità. Ambedue questi canoni indicano l'influenza darwiniana nella attività storiografica »). Dei due storici, colui che condusse a logica conseguenza le interessanti premesse iniziali fu il Beard, che, come vedremo, in un secondo tempo della sua riflessione passò ad esperienze culturali diverse e più vicine a noi; ma Robinson rimase sempre convinto che il metodo della storia dovesse essere quello della scienza: infatti egli ha sempre dichiarato che il metodo dell'una non è <<radicalmente diverso da quello che si usa nella verifica dei dati empirici forniti dal senso comune e dalla scienza>>. Il White, sulla scorta di Robinson, non pone neanche in dubbio questa sostanziale identità dei due metodi; egli (forse in nome dell' « organicismo culturale ») diffida di coloro che <<tentano di erigere delle barriere invalicabili tra i diversi tipi di conoscenza ed inventare facoltà diverse e entità diverse per dare ad ogni tipo di conoscenza una logica appropriata, sui· generis». << Solo coloro - scrive altrove con una certa ironia - che pensano che esista l'essenza dell'economia, o l'essenza della sociologia, o l'essenza. della storia, possono tracciare distizioni nette e precise fra le varie scienze ». È evidente che qui l'Autore parla in termini di « classificazione delle scienze » e non sembra dubitare che il problema sia di natura profondamepte diversa. Per avere luce sull'argomento egli avrebbe dovuto pr"obabilmente rivedere assai più a fondo la tradizione a cui si riallaccia e « cercare aiuto dall'Europa». Che è ciò che fe~e il Beard nella seconda fase del pensiero, quella in cui scrisse libri come << T he nature of the social science » (1934) e « The discuss1:on of human aff airs » (1936), e che è anche quella che il White condanna recisamente. In questa seconda fase del suo pensiero, infatti, Beard distinse la <<storiacome conoscenza » da quello che egli chiamò <<pensiero storico »; i due termini (non molto felici, a dire il vero) equivalgono a ciò che noi chiameremo « il certo » e <<il vero». Che questo sia sostanzialmenmente il pensiero dello storico americano, il quale ha ben colto ciò che differenzia il conoscere vero della storiografia da quello spurio ed extrasubiettivo della cronaca-filologia, appare da ciò che ne dice il White, al quale sfugge completamente l'importanza della questione: << lo storico comincia dai documenti e cerca di creare la storia come conoscenza, ossia una raccolta di fatti verificati, autentici, e su cui generalmente si conviene ... ma il pensiero storico è, secondo Beard, qualcosa del tutto diverso. Infatti comporta la scelta, la disposizione e la interpretazione dei fatti che sono stati stabiliti dal racconto della conoscenza storica. La scelta avviene sempre secondo le idee e i propositi suggeriti dalla mente dello storico ». Beard trovava a questo punto la via per sfatare la grossolana conce~ione che ritiene che i fatti <<messi insieme nel modo dovuto, o in una biblioteca e in un laboratorio, suggeriscano o indichino sempre automaticamente e inesorabil,mente le conclusio- [126] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==