Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

• fitta del cattolicesimo politico tedesco stesso questa o quella concessione a Bismarck o a qualcuno dei suoi successori contro rabrogazione di questa o quella legge del tempo del Kulturkampf, cioè un'operazione politica che poteva se111brare positiva. Poichè in realtà la medesima libertà religiosa dei cattolici, per essere operante e durevole, doveva p.assare per . . . una concezione pos1t1va e non strum,entale della libertà: il che in termini istituzionali voleva dire, nella Germania a cavaliere fra i due secoli, per una riforma profonda del sistema politico. Ed in fondo lo stesso problema si presenterà, sia pure in forme profondamente diverse, nel periodo della Repubblica di Weimar. Non è certo un caso che una violenta discussione oppose i cattolici alla formula << tutto il potere viene dal popolo »: la discussione dottrinaria esprimeva infatti una terribile bivalenza. Il Rovan, conformemente forse alle sue opinioni e al suo temperamento, tende piuttosto a sottolineare, così per il periodo weirnariano come per l'ultimo decennio, un progressivo scivolamento verso posizioni conservatrici in campo sociale, laddove avrebbe sottolineata una matrice propria di molto pensiero politico cattolico, che verrebbe voglia di definire preliberale. È probabilmente tale propensione a rendere così prudente e MoRTON WHITE: La. rivolta contro il for-- malismo, Bologna, Il Mulino, 1956. « Siamo proprio di fronte a una tradizione già morta: un capitolo della storia americana già chiuso per noi? » Questa è nella sostanza più negativo che positivo il ritratto dell'attuale C.D.U.: giocano qui le suggestioni dell'immediato dopoa guerra, torna il mito, che fu soprattutto francese, di un partito laburista che comprendesse insieme cattolici e socialisti (un mito che, in Francia come in Germania, la rinascita della SPI O e della socialdemocrazia, la nascita del N1.P .R., e della C.D.U. si devono incaricare di liguidare). Il che porta ad accostare - sia pure incosciamente - situazioni improrogabili e porta a trascurare o almeno a non dare una spiegazione di quel che significhino per la democrazia cristiana tedesca fatti come quello della cogestione e, ancor di più, come quello del sindacato unico di cattolici e socialisti. E riesce difficile distinguere fino a che punto le ultime pagine del libro non siano piuttosto un dissimulato processo a tutto il cattolicesimo politico contemporaneo. << La democratie chrétienne alleniande est un devenir. Si forte qu' elle soit aujourd' hui sur le plan du pouvoir et de l'organisation, elle n' est pas encore elle-meme, ni telle que les meilleurs et les plus conscients de ses fondateurs et dirigents l'ont voulue. Elle reste à /aire... >>. Ma, con queste parole, e il Rovan stesso ne è forse persuaso, ci si è già molto allontanati dal continente della storia. VITTORIO DE CAPRARIIS la domanda che ha stimolato << uno dei più rappresentativi pensatori della nuova generazione americana>>, Morton White, ad un riesame di quella tradizione culturale che, nei nomi di Bearci, Dewey, Holmes, Robinson e Veblen, operò in [123] Bibloteca Gino Bianco

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