Nord e Sud - anno III - n. 24 - novembre 1956

ri grossolani e gli atteggiamenti irresponsabili con una vivacità ed una fermezza che ci hanno rallegrati e confortati, e di cui dobbiamo dare atto agli Spadolini e ai Perrone, come di una seria manifestazione della loro sensibilità democratica. Che la destra monarchico-fascista obbedisse al richiamo delLa foresta (anche se questa foresta è un deserto) e, nostalgica di non so più quale spada brandita da non so più quale rumoroso e rovinoso personaggio di casa nostra, si schierasse compatta a sostegno dei violatori di t,rattati internazionali e dei perturbatori della pace - .degli uomini, cioè, nei quali più volentieri essa si riconosce - era abbastanza ·comprensibile. Troppe co,sela spingevano a ciò: innanzitutto la tradizionale irresponsabilità dei nazionalisti nostrani; in secondo luogo il forsennato odio anti-inglese e antifrancese doppiato dal selvaggio godimento di ved~re francesi e inglesi soffrire gli stessi soprusi e gli stessi guai ch,e essi avrebbero fatto s.offrire a noi; e poi appunto quei miti a cui si accennava sopra, quella paccottiglia <la istituto di cultura fascista, che costituisce il solo bagaglio di cognizioni di tutta la classe dirig,ente monarchica e fascista. Ed era perfino comprensibile che qualche editorialista del Tempo, incoraggiato dalle incertezze del governo e d,alle .dichiarazioni ambigue di dirigenti democristiani, se non addirittura sicuro di più alte 1 benev,olenze, si spingesse a ripercorrere ' le vecchie strade, a ris,polverare un più vecchi.o dizionario politico, per tanti anni miesso da parte: a questo modo· si pagava un tributo alle più care memorie. E poi chissà, da cosa nasce cos.a: dalla crisi di Suez poteva anche venir fu,ori, come sottoprodotto, una nuova union sacrée, per rin- . verdire le glorie africane del paese. Anche comprensibile era che il P.C.I. si schierasse risolutamente al fianco del fascismo egiziano. Non aveva importanz,a che la costituzione . egiziana fosse peggiore perfino di quella nazista; che il partito comunista egiziano fosse stato sciolto e che dovesse tenere i suoi congressi all'estero, · che i comunisti fossero perseguitati, imprigionati, impiccati in Egitto. La diplomazia sovieti1caveniva facendo un gioco semplice e chiaro, niente affatto misterioso, veniva perseguendo gli obiettivi naturali della sua politica di potenza: il rovesciamento della presenza occidentale nel Medio Orie.qte, l'insediamento di punte avanzatè filo-russe nel grande disegno di accerchiamento dell'Occidente. Il P.C~I. non poteva fare altro che secondare tale politica sovietica: avrebbe guadagnato tra l'altro che l'attenzione [10] " , Bibloteca Gino Bianco

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