si stabilisca tra agricoltura e i11dl1striaun rapporto di latente concorrenza. La grossa industria, protetta e favorita, garantisce una sistemazione di privilegio agli operai. Se l'operaio cerca di trasferirsi dalla piccola alla media o grossa impresa, con maggiore impulso il contadino tenterà di passare dalla campagna alla condizione operaia di fabbrica. Ma, di fronte alla pletora di domande, scarse sono le possibilità di impiego per una mano d'opera non qualificata. Questi i tratti fondamentali del fenomeno di esodo dalla montagna emiliana. Molti sono stati i suggerimenti in proposito e molti altri si potrebbero aggiungere. In un recente Convegno (svoltosi a Borgo Val di Taro), sui problemi dell'Appennino si consigliavano le seguenti misure: · 1) disposizioni volte a re11dere con urgenza esecutivo il progetto di _ massima bonifica e a favorire le forme consortili quale necessario strumento della bonifica; , 2) più razionale .utilizzazione a scopo idroelettrico ed irriguo della · montagna; 3) estensione della rete di viabilità; 4) svincolo dei tributi degli enti locali dalle imposte erariali per quanto concerne l'aliquota e l'accertamento; 5) trasformzaione in provvedimento di cauzione del decreto Segni, che stabilisce la sospensione dei pagamenti dei contributi unificati da parte dei coltivatori diretti il cui carico contributivo non superi le L. 5000; 6) esenzione della applicazione dei contributi unificati a quanti non ricorrono a impiego di mano d'opera extra-familiare; 7) abolizione della legge contro l'urbanesiµio; 8) applicazione effettiva della legge 25 luglio 1949, n. 991 (intesa a potenziare gli aiuti e le condizioni di favore stabiliti dalla legge sulla bonifica integrale 15 febbraio 1933, n. 215; 9) graduale trasformazione dei rapporti di mezzadria in rapporti di affittanza. Ma queste richieste, il cui proposito è di promuovere una ripresa · [101] BibJoteca Gino Bianco
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