Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

tenzione degli industriali del Nord. Da ·questo momento lo s:viluppo delle industrie non è stato piu strettamente legato alle risorse naturali, ~a si è , andato estendendq ai beni di consumo in genere e ai beni strumentali ne-· cessari alle nuove in,dustrie. A questo svilup,po si è accoppiata una evoluzione della stessamentalità della popolazione che, messa a contatto durante la guerra con la civiltà industriale del Nord, ne ha tratto esigenze di vita e spirito d'iniziativa dapprima sconosciuti cosicché gli imprenditori hanno trovato terreno fertile anche nel campo umano. Ma il Mezzogiorno d'Italia è assai lontano da questa situazione. Nella scelta delle industrie da localizzare nel Sud occorre escludere sia quelle che dipendono strettamente dalle materie prime, sia quelle che richiedono la presenza di un mercato ampio e vicino. Le prime, anche se sotto questo riguardo non sussistono forti differenze fra le varie regioni italiane, non godrebbero ,nel Mezzogiorno di una posizione di particolare vantaggio. Un'industria basata sullo sfruttamento delle materie prime nel Sud potrebbe essere solo un'industria di elaborazione dei prodotti agricoli; e questo vorrebbe dire perpetuare la tradizione della ,piccola industria semi-artigianale, legata a fluttuazioni stagionali e all'andamento dei raccolti. Quanto alle industrie collegate al mercato, esse, mentre da u,n lato non potrebbero ~ prosperare in una regione in cui il reddito è ancora basso, d'altro canto sorgono di solito spontaneamente, allorché il mercato assume proporzioni sufficienti e tali da attrarre l'attenzione dei produttori. Nella scelta del tipo di industrie ,da sviluppare occorre perciò individuare quei generi di produzione che, mentre contribuiscono ad elevare il livello del reddito (e quindi ad ampliare il mercato e a formare i presupposti ,per lo svilu-ppo industriale spontaneo), non richiedano né immobilizzi eccessivi per addetto, né mano d'opera altamente specializzata, né u,n vasto mercato locale. Si è parlato a questo proposito delle industrie meccaniche, quali quelle che richiederebbero un investimento per addetto minore di altre e potrebbero quindi giovare con maggiore facilità al riassorbimento della disoccupazione. Sorge qui il problema del mercato su cui queste industrie dovrebbero trovare i propri sbocchi. I mercati dell'Italia settentrionale costituiscono attualmente lo sbocco dell'industria locale; ed è forse proprio il timore che questa possa essere danneggiata dall'industrializzazione del Mezzogiorno che sta alla radice di tutte le discussioni che si sono fatte a proposito dei «doppioni». Non restano allora che due soluzioni: o prendere in conside- [94] Bibloteca Gino Bianco

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