Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

mente culturali non già dal terreno che è loro proprio, ma da eventi e tendenze di ordine immediatamente pratico e politico. Esempi cospicui di tali commistioni offrono appunto, specie nei primi anni dopo la Liberazione, le vicende della storiografia politica di tendenza marxista (alla quale soltanto, e limitatamente agli studi medievali e moderni, si restringono le nostre considerazioni) e della sua fortuna nel mondo culturale italiano. Risale infatti agli anni successivi al 1945-46, e specie al 1948, quel certo senso di insoddisfazione verso lo storicismo idealistico che è all'origine di molte « conversioni » al marxismo di studiosi formatisi nel periodo precedente, o di giovani che allora si affacciavano alla vita degli studi; e sarebbe vano cercarne nella stessa cultura la spiegazione, quando ancora la produzione storiografica marxista si limitava al libro del Sereni sul Capitalismo nelle campagne, ed appena com,inciavano ad apparire i Quaderni del Gramsci, le riviste Società e Rinascita, e qualche saggio o edizione di argomento buonarrotiano. Naturalmente, questo discorso non riguarda quegli studiosi, e ve ne furono, che al marxismo giunsero dopo· una seria e consapevole rimeditazione di quella dottrina, che e certo ben lontana ancor oggi dall'aver perduto la sua forza di attrazione e il suo significato culturale. Ma per i più la ragione vera del crescente interesse che già allora si avvertiva per la storiografia marxista, e del relativo declino dell'idealismo storiografico, va vista invece altrove: e cioè nelle fortune politiche del partito comunista e negli insuccessi, invece, delle formazioni liberali, nei quali pareva di scorgere la riprova dell'insufficienza della stessa cultura a cui esse si richiamavano. Questa cultura sembrava inetta ad intendere la nuova realtà politica dell'Italia metà cattolica e metà comunista che veniva rivelandosi; mentre la riconquista della libertà faceva apparire più lontani gli interessi e la tensione morale che avevano animato la storiografia antifascista dell'idealismo. Ora, nessun dubbio che un legame effettivamente sussista tra le forze impegnate nella lotta politica e gli indirizzi di pensiero ai quali esse si richiamano: ma non è chi non veda il pericolo di una così sbrigativa identificazione delle sorti di posizioni culturali assai complesse e ricche di significato con le vicende della lotta politica, destinate assai spesso - per quanto grande possa essere stato il loro appello alla passione dei contemp?ranei - a rivelarsi prodotto di situazioni contingenti, e ad acquistare magari un ·ben diverso valore di fronte a una più distanziata considerazione. Lo 1 pseudo storicismo di coloro che ad ogni tratto si son (6] Bibloteca Gino Bianco

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