discutere del XX Congresso del PCUS). Si vorrebbe dire, cioè, che Itinerari deve guardarsi dal pericolo di cadere nell'antologismo: « guardare oltre il proprio orticello » va bene; ma ciò deve significare anche una maggiore presenza a contatto della realtà più immediatamente circostante, quella che è poi la realtà della impoverita provincia italiana (anche Genova e Napoli degradano a provincia) dove centri di vita morale, come può e deve essere una redazione di rivista, possono e devono ravvisare nuovi fermenti. I quali magari non saranno mai visibili e percepibili subito e in grande, ma agiranno sempre lenta1nente e faticosamente: questo però è il modo di assicurarsi « un esclusivo 'spazio' politico e culturale ». E d'altra parte non si vuol dire che le riviste, certe riviste, devono essere regionalizzate. Per carità. Si vuol dire soltanto che quando riviste come quelle citate si qualificano anche per la loro presenza nella regione, nella « provincia », a Bologna o a Genova, o Ivrea o in Sardegna, a Napoli o in Basilicata (si pensa appunto al settimanale che porta come testata il nome storico di questa regione, quasi a ricordare che Giustino Fortunato polemizzò contro la modificazione di tale 1 nome in quello letterario di Lucania), allora queste riviste si qualificaino meglio anche come riviste nazionali: e i loro• interventi sulle « grandi questioni » acquistano maggiore autorevolezza. Ora Itinerari annuncia un suo numero dedicato a Salvemini e intitolato: << Prospettive storiografiche in Italia ». Noi, che, proprio in questo numero di Nord e Sud abbiamo pubblicato la prima puntata di una rassegna critica della storiografia marxista in Italia, attendiamo con molto interesse il fascicolo annunziato da Itinerari; e ci ripromettiamo di parlarne a suo tempo. Vorremmo pure suggerire alla rivista genovese di impegnarsi su un altro terreno, sul quale noi abbiamo cercato di impegnarci: l'inchiesta sui partiti. Conosciamo le difficoltà. Ma un'inchiesta sul PSI in Liguria potrebbe essere di estremo interesse per tutti, un campio11e molto rappresentativo: e sarebbe, ne sian10 sicuri, come un secondo omaggio a Salvemi11i; oltre che un impegno coerente con la citata nota editoriale, « tre anni dopo >). E infine, dopo aver riparato a quella omissione di cui si diceva, vorremmo segnalare, a tutti coloro che non l'avessero fatto, di leggere, su questo 19° numero di Itinerari, il bellissimo « Esame di coscienza di un francese » di Mare Bloch, curato e presentato da Ragghianti: al quale ci associamo nel desiderio che cc questa umanissima [ettura porti il frutto di cui con tiene il seme » • FRANCESCO COMPAGNA [71] Bibloteca ino Bianco •
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