Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

posto e detto una parola nelle discussioni politiche, così stentatamente diffuse e diffondibili intorno alle vicende del nostro paese, siamo incorsi in una incresciosa omissione di cui ora ci rendiamo conto. Non segnalavamo infatti Itinerari, una rivista di cui già erano usciti a Genova 18 numeri, sotto la direzione del giovane radicale Francesco Cesare Rossi. Dicevamo che ci siamo resi conto della nostra omissione: infatti è uscito in questi giorni il 19° numero di Itinerari. Una nota editoriale, cc tre anni dopo », sembra annunciare un rilancio della rivista in direzione di un impegno politico più preciso e più ampio, che « non va confuso con l'avvenirismo o con il tatticismo politico-culturale di troppi aulici intellettuali ». Dove ci sembra di riconoscere l'eco di una polemica con gli intellettuali « organici » e con gli intellettuali « tradizionali » assimi1ati agli << organici » attraverso la tecnica dei « dialoghi »; mentre, quan•do, nella stessa nota editoriale, si legge di « u11a qualificazione più rispondente ai tempi » da parte di tutte cc quelle forze disperse » che devono cc cercarsi un esclusivo 'spazio' politico e culturale », ci sembra di avvertire il sentimento di una esigenza che anche noi avvertimmo a suo tempo e avvertiamo sempre:. far valere politica1nente - cercando sempre ,nuove risu·ltanti e sforzando 1 si di provocare ulteriori consensi e legare più efficaci rapporti - la nostra attività culturale e pubblicista. Nel che, naturalmente, c'è tutt'altro cl1e la deprecata subordinazione della attività culturale agli scopi politici; ma, sia pur detto genericamente, la « persuasione » cui Itinerari si ricl1iama: e cioè « la necessità di incominciare a •creare i termini di una maggiore ciI"Colazione di idee ». Vogliamo tentare una formulazione più specifica, esemplificativa magari, di questa « necessità » e del modo in cui potrebbe essere soddisfatta? Noi riteniamo, per esempio, che, ad onta della sordità di certi ambienti profe<» - sionali, una rivista che si fa a Genova, o a Bologna, o a Napoli, è un centro di vita in queste città; e agisce in qualche misura sui quadri medi più giovani della stampa di queste città, sui quadri dei partiti, di tutti i partiti, sui quadri universitari magari e perfino sui quadri delle attività tecniche e produttive. E in questo senso riteniamo che una rivista nazionale che si faccia a Genova, a Bologna, a Napoli, o in Sardegna, abbia una funzione diversa e forse più rilevante e specifica delle riviste che si affollano nella capitale. E qui vale per Itinerari, rivista più nazionale e interessata ad argomenti generali, un discorso non molto diverso da quello che si faceva nello scorso numero per I chnusa, la rivista che ci è pervenuta dalla Sardegna. E forse Itinerari dovrebbe proporselo sistematicamente, il quesito del suo rapporto con la Liguria, non diversamente da come Il Mulino si è sempre posto il problema della sua presenza in Emilia, risolvendolo in maniera esemplare (basterebbe citare l'inserzione nella sua collana editoriale, fra un libro sulla Francia e uno sull'America, della geografia elettorale nel Delta Padano; e il convegno organi~zato dagli amici del Mulino, nella città di Dozza, per f70] Bibloteca Gino Bianco ...

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