Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

funzionali: è necessario ridurli di molto. E se si ritiene indispensabile che nelle scuole italiane si studi la Costituzione italiana, occorre decidersi a sacrificare Arduino d'Ivrea. Introdurla, cosi come sono le cose, significherebbe semplicemente farla odiare dai nostri ragazzi, abituati a considerare tutto ciò che è accaduto dopo il '70 e che viene propinato loro dall'insegnante, come una specie di sopruso perpetrato ai loro danni, e pronti a citargli gli innumerevoli loro più fortunati colleghi che « si fermano prima ». Nè si creda trattarsi solo di pigrizia: esiste un livello biologico di saturazione che non impunemente si supera. Ora, occorre evitare che questa satt1razione si verifichi ai danni dei problemi de nostro tempo, e far sì che si dia la possibilità reale che le fatidiche « soglie deI:la prima guerra mondiale » siano una buona volta varcate, o che invece « della macchina per le scintille » si discuta della pila atomica. « In sostanza, concordiamo quasi del tutto con la diagnosi di Calogero, siamo d'accordo in merito ad alcuni dei suoi scopi, ma dissentiamo su quasi tutti i mezzi », concludeva il Mulino. Ed è forse questo il ruolo di Calogero nella cultura italiana - ci ricordiamo della recensione di Mario Fubi11i alla sua Estetica in Belf agor - : generare degli oppositori che rinnegano quasi integralmente le soluzioni che egli dà ai problemi; ma che senza di lui, probabilmente, non li avrebbero incontrati. ANTONIO p ALERMO <<Itinerari>> Nel n. 17 di Nord e Sud abbiamo dedicato alla pubblicistica politica italiana un articolo panoramico. In quell'articolo si giungeva a conclusioni negative per quanto riguarda la funzione di critica politica esercitata dalla stampa in Italia, mentre si faceva notare che i quadri migliori della pubblicistica politica, reclutati e selezionati dalle riviste mensili o dai settimanali specializzati, solo eccezionalmente ed episodicamente vanno poi ad arricchire della loro collaborazione cc fogli di notizie », stampa a grande diffusione, q:uotidiani d'informazione. E si auspicava appunto, ai fini di una nuova stagione della critica politica, di una rinnovata dignità nell'assolvimento di questa funzione fondamentale che è propria anche della stampa quotidiana di una democrazia moderna, si auspicava un rinnovamento e arricchimento dei quadri della pubblicistica politica quotidiana attuabili attraverso un più attivo e organico ricambio di quadri pubblicistici fra periodici specializzati e giornali quotidiani. Ma, nel citare alcuni esempi di riviste che avevano dato indubbi segni di vitalità e prova di capacità critica notevole, che avevano occupato un [691 Bibloteca Gino Bianco

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