Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

siderarsi un delitto politico, ma un'esplosione della ferocia di Salvatore Giuliano »? La si deve 1in,terpretare come ti p~carrnente « italiana », l' estre1no opposto delle interpretazioni « straniere », letterario-filmistiche come quelle· dei giornalisti che hanno parlato di « Robin Hood » e di « angelo col fucile >l, apologetiche e tenebrose come quella del Maxwell cui dedicammo un largo riassunto, religiose-umanitarie come quella di Dolci, o pubblicitarie come questa di « Temps Modernes ». C'è del vero nell'interpretazione, negativa,. « italiana », come nelle interpretazio11i, oratorie, degli osservatori stranieri; ma c'è anche del falso, nell'una come nelle altre. Gli italiani peccano di qua-- lunquismo, gli stranieri di romanticis1no. Dolci, che conduce una dura, rispettabile polemica con gli italiani, si avvicina naturalmente ai secondi e ora fornisce loro spunti di immaginose teorìe. Le quali noi respingiamo, non certo per provinciale nazionalù,mo, 1na perchè, come abbiamo spesso ripetuto, ci vogliamo e ci dobbiamo attenere all'aspetto politico del problema. Al di là delle interpretazioni sulla vicenda Giuliano, passata la fase acuta del banditismo, è rimasta la mafia; e questa a sua volta riproduce fenomeni di banditismo, quei fenomeni che fioriscono appunto ai suoi margini, come dissidenze e come estremismi, più virulenti o più episodici a seconda della situazione generale. Perciò riteniamo che il problema della liberalizzazione della vita pubblica nell'Isola ha una sua faccia rivolta verso la mafia e le sue filiazioni banditistiche. Per denominarla, questa faccia, non possiamo non parlare ,di repressione: la parola aip1pariràmeno aspra, meno « reazionaria » magari, se messa in relazione all'altra, liberalizzazione. CARLO MAGGI <<Dibattito sulla scuola>> È stato dato questo titolo dall'editore Laterza agli atti del convegno organizzato nel febbraio del corrente anno dagli Amici del Mondo a Roma. Convegno che, come si ricorderà, fu generato idealmente da una serie di articoli che Guido Calogero venne pubblicando sul Mondo nel settembreottobre del '55; e intorno ai quali non si può dire che mancò un interesse critico. Questo vasto interesse si è riprodotto, per molti versi, anche al Convegno, dove, accanto a quella di Calogero, vi furono relazioni di Raffaello Morghen ( « L'assalto alla scuola di Stato»), 1 di Leopoldo Piccardi ( cc Una scuola per la società di domani »), di Lamberto Borghi e di Umberto Zanotti Bianco ( « Riforme e spese »), oltre a numerosi, qualìfìcati interventi (Spongano, Visalberghi, Ascarelli, etc.). Ognuna di queste relazioni inquadrò da diversi punti di vista il « pro- [631 ç Biblote.ca Gino Bianco ,

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