Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

diti, ed intrattiene con loro rapporti semiclandestini. Questo allo scopo di terrorizzare i piccoli e le autorità legali (giustizia, prefetti, ecc.), e di sconfiggere le forze democratiche. All'epoca di Portella della Ginestra, Giuliano scrive addirittura a Roma al suo cc amico » Stern, chiedendogli armi. Preso da megalomania, scrive anche a Truman: « Annessionista (con gli U.S.A.) dalla prima infanzia, mi sono legato al movimento dell'indipendenza siciliana per poter fare entrare la mia terra natìa ne1la Co1nfederazione americana, ecc. ». Negli Stati U.niti, d'altronde, una potente emigrazione siciliana, di formazione fascista,· con un nucleo di mafiosi emigrati di recente, e dominata dall'American Friends of Sicily (lega in cui dominano grosse personalità siculo-americane, e anche un certo Karl Mundt di origine tedesca, e di tendenze naziste) faceva dichiarazioni simili a questa: che nella terza guerra mondiale la Sicilia avr~bbe avuto un p•oistos·celto co,me « la Malta dell'avvenire >> L Nel periodo della massima celebrità di Giuliano, i giudizi dei giornalisti stranieri, a parte quelli sentimentali delle donne (la giornalista scandinava Maria Ciliakus dichiarò ad es. di avere passato col bandito cc tre giorni di felicità »), furono, sui maggiori settimanali anglosassoni (LifeJ Time) The People) di uno stile quasi pubblicitario. Giuliano fu chiamato cc il re dei banditi », il « Robin Hood, l'assassino, il poeta e il politico » (l), o meglio ancora cc l'angelo del mondo: un pin-up hero. C'è da deplorare, potremmo aggiungere noi, che Sartre stesso non l'abbia allora preso in considerazione, definendolo cc il Saint-Genet dei banditi ». E' così che Giuliano, poco tempo prima della sua fine, indipendente e arrogante, andava a pranzo con gli Ispettori di Pubblica Sicurezza, e coi giornalisti. L'ispettore Verdiani pare gli abbia perfino proposto di girare ad· Hollywood un film autobiografico. E, ritornando al lato oscuro e delittuoso della vicenda di Giuliano, dopo la sua morte, ricorderemo •come il dep,utato monarchico Geloso Cusumano (da p•arte ,di lui e del p,rinci1pe Alliata, Pisciotta dichiarò di aver ricevuto in carcere un'offerta di cinquanta milioni come prezzo del suo silenzio su la strage di Portella della Ginestra), troppo compromesso nell'affare Giuliano, costretto a dar le dimissioni, morì in circostanze sospette. Anche l'avvocato Rodolfo Giglio, che doveva essere un testimone importante al processo per la strage di Portella, fu ritrovato in fondo a un pozzo, a Carini. Pare che fossero entrambi in possesso di un memoriale scomparso di Giuliano, riguardante la strage di Portella. Come in tutto questo si può interpretare la seguente dichiarazione fatta dal porcuratore generale, nel processo d'appello per la strage di Portella, nel chiedere la conferma delf ergastolo per tutti i superstiti dello stato maggiore di Giuliano: « Tutti gli imp,utati qui p,resenti - ha detto il pro-- curatore generale - parteciparono alla strage di Portella che non può con- [62] Bibloteca Gino Bianco

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