Colto in flagrwte delitto di contraddizione, il più abile dialettico del comunism·o occidentale ha dovuto ammettere di aver torto. In realtà il Comitato Centrale del P.C.U.S. ha commesso innanzi tutto I une errore di logica formale, poichè ha dato come dimostrato proprio quello che si doveva dimostrare, che cioè la società socialista era già edificata in Russia nelle sue articolazio·ni fondamentali all'inizio del terrore di. Stalin. Ed ha commesso in conseguenza un errore di logica marxista, Poichè ha affermato la possibilità che in una società socialista e senza classi (la 'struttura'• perfetta) potesse aversi la dittatura personale di un individuo (la 'sovrastruttura' peggiore). Ora, è vero, in una lettera degli ultimi anni, Engels scrisse che il nesso struttura-so'VTastruttura non anidava interpiretato CQ[l quella rigidezza letterale che Marx ed egli stesso avevano indicata per ragioni pedagogiche e polemiche insieme; ma in concreto qui ci troiViamo innanzi ad un vero e propr.i.o roves1 ciamento ,del marxismo. Po,ichè quando si parla di una società socialista compatta e progrediente e si afferma ·che su essa la dittatura di Stali11 non ha prodotto che ,delle scalfitture, si giunge ad immaginare una sovrastruttura che non solo non è con·dizionata dalla s,truttura ma che è capace di condizionare quest'ultima! E quel che è peggio lllon si spiega affatto il fenomeno: la do,manda principa1e resta quella del perchè e del come una cosa simile si sia potuta ·produrre, del come lo svolgimento storicopolitico dell'Unione Sovietica abbia potuto po-rtare alla dittatura: ed è evidente che una tale domanda mette in causa l'intero sistema. La periodizzazione di Kru·sciov lllon può essere accettata neppure se la si interpreta in modo ,diverso, uscendo cioè dal suo esasperante semplicis,m·o e approfondendola e rendendola storicamente concreta. Prima ancora di porsi il problema della continuità tra la Russia di ancién régin1e e la Russia rivoluzio·naria occorre ,porsi il problema della continuità delle diverse fasi ·della rivoluzione .. Che è come dire che occorre porsi il problema del 11essoLenin-Stalin. Contro questa irr1.postazione sii potrebbero sollevare ·due obiezioni di natura metodologica. Si potrebbe osservare, cioè, che essa finisce con lo spostare il dibattito dal piano storico-politico a quello meramente ideologico; e si potrebbe osservare a~tresì che qui si intenda dedurre la storia concreta dalle idee. Ma, se si guarda bene, le due osservazioni non halllno a1cun valore. Innanzi tutto perchè l'ideologia non è già una mera astrazione, ma una delle dimensioni ·della realtà comunista e perciò nolll può essere trascurata del tutto in nome della realpolitik: in un sistema come quello sovietico i1 nesso, e quasi si direbbe il processo di ricambio e di reciproca influenza tra ideologia e pratica politica, è assunto con tale forza che mettere da parte la prima eq•uivale a non comprendere esattamente la seconda. S.ùdeve riflettere, poi, che porsi il problema del nesso Lenin-Stalin non è la stessa cosa che voler dedurre rra Divina Commedia da una matita, ma equivale a po1 rsi il [53] Bibloteca Gino Bianco
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