Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

.a.nche a voler considerare la carica di protesta di cui si diceva, possibilità maggiori di quante ne abbia avute, in momenti di maggiore instabilità politica, il separatismo siciliano. Si potrebbe anzi concludere dicendo che il !aurismo, malattia napoletana, sembra rappresentare il torbido avanzo di certo infantilismo politico che differenziava a destra le realtà elettorali del Sud da quelle del Nord. Stando ai risultati di queste ultime elezioni sem- .brerebbe infatti che, complessivamente, la diversità dell'andamento politico fra Sud e Nord, a destra come a sinistra, tende ad attenuarsi: i frutti del .fascismo sono marciti anche nelle regioni che non sono passate attraverso la Resistenza; e il proletariato esce dall'infanzia politica anche nelle regioni più arretrate. Di qui la crisi delle << forze nazionali » e del << frontismo ». La crisi del frontismo a direzione comunista, che, negli anni trascorsj, dopo aver colto significativi successi, ha prodotto nelle regioni meridionali il massimo sforzo di penetrazione e di espansione, pone i più seri problemi politici dell'attuale situazione meridionale. Per quanto fosse nelle regioni meridionali più debole che nell'Italia centro-settentrionale, il P.S.I. ha rappresentato l'anello fondamentale del frontismo; ed è appunto in base ai _rapporti attuali fra P.S.I. e P.C.I. che si devono valutare le incerte prospettive del frontismo, quelle sue attuali difficoltà che le recenti elezioni hanno denunciato, e reso più gravi, e di cui i comunisti si mostravano assai preoccupati fin dallo scorso anno (elezioni regionali in Sicilia). Ora questi rapporti fra P.S.I. e P.C.I. si sono da tempo modificati sul piano elettorale: .da quando, cioè, il P.S.I. ha presentato liste proprie e si è visto che queste liste, bon gré mal gré, finivano col disputare almeno i voti delle nuove leve alle liste comuniste: da quando i comunisti non sono più riusciti a imporre ai socialisti le liste di << blocco del pop-olo » almeno nell~ regioni meridionali. Prima del 1953 si aveva infatti la sensazione che P.C.I. e P.S.I. potessero entrambi guadagnare suffragi nei confronti di altre formazioni politiche. Con il 1953 sembrò evidente che, almeno nel Nord, comunisti e socialisti avessero raggiunto il massimo limite di comune espansione elettorale in quanto -più o meno stretti dal vincolo frontista; e che perciò, in gran parte, i guadagni di voti degli uni non potessero :più realizzarsi che a danno degli altri, o vicever·sa, fino a quando i socialisti avessero subito la disciplina frontista. Con le elezioni regionali del 1955 in Sicilia, questa ·considerazione si dimostrò valevole anche per il Sud. Con le << amministra- [48] Bibloteca Gino Bianco

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