Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

tadina, mostra come la Francia sia rimasta attardata per molti rispetti ( 41 ). << Mentre il reddito degli S. U. d'America, da poco meno di 11 miliardi circa di I.U. [unità internazionali] nel 1860, è salito ad oltre 75 m~liardi nel 1937, aumentando di quasi 7 volte, la Germania ha visto salire il suo reddito da 6 miliardi e mezzo all'incirca ... ad oltre 26.000 milioni di I.U. con un aumento di quattro volte, l'Inghilterra è passata da qualcosa come 8000 milioni di I.U. attorr10 al 1860, a 29.000 milioni nel 1937, segnando un aumento di tre volte e mezzo abbondanti, mentre la Francia il cui reddito raggiungeva, attorno al 1860, qualcosa come 6.200 milioni di I.U. è riuscita appena ad aumentarlo del 125 per cento circa nei cinquant'anni intercorsi fra tale data ed il 1911, e dopo d'allora non ha fatto più un passo avanti: ritornata, attorno al 1928, poco al disopra del livello massimo toccato nel periodo precedente alla prima guerra mondiale, ha perduto di poi continuamente terreno con impressionante rapidità» ( 42 ). Persino un raffronto diretto tra Italia e Francia dopo il 1860 è assai istruttivo a questo proposito. La superiorità che la grande nazione latina d'oltralpe possedeva al punto di partenza, nel 1860, e che risultava da tutta la sua storia, rimane tuttora in piedi e ben netta, sostenuta com'è dal concorso di tutta una serie di elementi che difettano all'Italia, paese tanto più piccolo e povero e di minore significato nel quadro della civiltà moderna. Ma il divario esistente a quel punto di partenza appare assai ridotto e rimontato dal progresso proporzionalmente più rapido dell'Italia, come risulta dal raffronto tra alcuni degli indici economici più importanti. Il reddito italiano, che attorno al 1860 era di 1980 milioni di I.U., nel 1938 raggiungeva i 7150 milioni di I.U., con un aumento di poco più di tre volte e mezza (1860 == 100; 1938 == 361), cioè pari alla percentuale della Gran Bretagna, inferiore a quella della Germania e specialmente degli Stati Uniti, ma molto superiore a quella della Francia, che, come si è d·etto or ( 41 ) CHEVALIER, Les paysans, cit., p. 21: << dans l'équilibre général du pays, les choses de la terre pèsent aujourd'hui chez nous d'un poids bien plus lourd que dans la plupart des grandes nations européennes ou mondiales; toute une littérature française et surtout étrangère a fait de cet héritage du passé l'origine des lenteu rs de la France et de ses hésitations en face de l' évolutìon , industrielle générale »; e passim. ( 42 ) F. CoPPOLAD'ANNA, Popolazione reddito e finanze pubbliche dell'Italia dal 1860 ad oggi, Roma, 1946, p. 63 sgg. (29] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==