Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

rivoluzione agraria avrebbe arrestato definitivamente lo sv iluppo capitalistico in Italia: perchè certo i rapporti capitalistici di produzi on·e, nell'unita del mercato mondiale creata appunto dal capitalismo, avrebb ero comunque assoggettato al loro dominio il, nuovo regime terriero; se p,ure l'esempio francese dimostri ch•e la misura e l'efficacia dell'assoggettamento è strettamente condizionata dalla situazione preesistente. Ma certo, la rivoluzione agraria sembra configurarsi più come un elemento d'arresto che come un . elemento d'impulso in questo processo, nelle particolari con dizioni storiche dell'Italia. Il maggior pericolo della tesi del Gramsci è infatti di condurre a una prospettiva gravemente falsata del problema dello sviluppo capitalistico in \ Italia. Il quale aveva certamente nell'arretratezza delle campa gne e nei loro deficienti rapporti con le città uno dei suoi punti più critici; ma l'arretrato sviluppo delle città italiane, cl1e risaliva alla decadenza dei s ecoli seguiti al Medioevo, non consentiva più, nel secolo XIX, alle classi diri genti cittadine di condurre una rivoluzione antifeudale conseguente fino in f ondo, e quindi basata sull'alleanza con le masse contadine, se non pagand o per questa alleanza un prezzo storicamente troppo grave in termini d i ritardo dello sviluppo capitalistico, e cioè di sviluppo in senso moderno e occidentale di tutto il paese. Nelle condizioni storiche dell'Italia di allora la rivoluzione agraria avrebbe rappresentato uno sforzo in senso contrario alla tendenza che da oltre un secolo si era determinata (in maggiore o minore misura) i11 buona parte delle campagne del Nord e del centro della pen isola, verso la accumulazione capitalistica a spese dei contadini; avrebb e cioè rappresentato uno sforzo diretto non già a potenziare e ad accelera re lo sviluppo storico reale, ma a deviarlo violentemente verso una direzi one diversa e contraria. Insomma, la conquista del potere da parte della borghesia nel Risorgimento coincide in larga misura, a causa del ritardato sv iluppo storico italiano, con il processo della accumulazione primitiva a spese delle campagne, cioè con una fase di accentuato antagonismo fra città e campagna, fra borghesia e contadini. Questa fase era già stata largament e oltrepassata dalla Francia nell'età della Rivoluzione, e proprio per questo la ,borghesia aveva potuto impegnarsi a fianco dei contadini contro la prop rietà feudale. In Italia invece la proprietà feudale sopravviverà parzialmen te al Risorgimento e i rapporti fra il nuovo mondo borghese e questo vecchio mon do feudale non potranno più porsi, dopo il 1860., sul piano dell'alleanza rivo- [27] Bibloteca Gino Bianco

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