domanda e dall'altra andando a fecondare e ad ampliare nuove iniziative e intraprese. Cioè: la formazione del capitale necessario allo sviluppo della produzione industriale, che in Inghilterra e in Francia aveva già avuto luogo nel '500 e nel '600 nella· fase della accumulazione primitiva, con le enclosures, il commercio coloniale, ia politica mercantilistica di sostegno all'industria e al commercio a spese dell'agricoltura, e che aveva permesso il grande sviluppo dell'industria manifatturiera in quei paesi, si realizza solo nel corso del XIX secolo in Italia, dove fino al '700 aveva raggiunto ancora proporzioni modestissime; e, come già in Francia, anche in Italia questo capitale si forma essenzialmente nelle campagne, e soprattutto a spese dei ceti contadini più poveri. Ma questo suo ritardato sviluppo e le particolari condizioni storiche della penisola imprimono in Italia al processodi accumulazione un carattere composito, determinato dall'importanza che accanto alla rendita fondiaria assume una forma tipicamente capitalistica come il profitto agrario, che da noi agisce come la molla principale di tutto il processo; mentre ad accelerarlo interviene 1 dall'esterno la pressione del mercato mondiale capitalistico, che stimola '10 sviluppo della produzione mercantile nelle campagne, affretta la differenziazione delle fortune, rende possibili i larghissimi guadagni di talune esportazioni agrarie. La funzione storica della classe dirigente risorgimentale, e in primo luogo dei moderati, sul piano economico-sociale, sarà dunque di conquistare (e garantire) 1 le condizioni politiche necessarie al compimento di questo processo a spese dei contadini, e di convogliarne i proventi verso una linea di moderno sviluppo economico quale fu quella inaugurata con il liberismo di Cavour e della Destra, che si trasformerà in consapevole politica di sviluppo industriale qualche decennio dopo il 1860, quando l'accumulazione di capitali provenienti dall'agricoltura ne avrà creato le necessarie premesse. E però, quanto più era arretrato in Italia lo sviluppo del capitalismo industriale e commerciale, tanto più gravi sarebbero state le conseguenze di una rivoluzione agraria che, difendendo i contadini dallo sfruttamento, avrebbe però travolto l'unica forma di capitalismo esistente, destinato a funzionare, nelle condizioni storiche dell'Italia, come meccanismo essenziale dell'accumulazione e trasferimento dei redditi agricoli al servizio dello sviluppo urbano e industriale. Tutto ciò vale, naturalmente, solo per le regioni dell'Italia centro-settentriona1e: ma, a parte l'unicità del problema, non essendo pensabile che [25] • Bibloteca Gino Bianco
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