Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

ciò si sarebbe certo accompagnata la liquidazione dei residui feudali; fatto> questo, grandemente positivo nel quadro dei rapporti agrari italiani. Ma nel processo generale dello sviluppo capitalistico in Italia questa rivoluzione avrebbe avuto un valore assai diverso: e basta guardare alle conseguenze della rivoluzione nelle campag-ne francesi p-er rendersene conto. Se infatti essa migliorò le condizioni di larghi strati di contadini (benchè gli studi più recenti abbiano dimostrato che i più avvantaggiati furono i contadini ricchi, e che la proporzione dei braccianti senza terra rimane inalterata o diminuì di poco (28 ): ciò che costringe a ridurre di molto l'efficacia in tal senso di una rivoluzione agraria nel nostro paese, che nel 1861 aveva una popolazione agricola quasi uguale ·a qµella della Francia nell'ultimo decen-nio del '700, su una superficie agricola inferiore della metà e assai più povera), è un fatto incontestabile ch'essa bloccò in pari tempo lo sviluppo del capitalismo nelle campagne francesi. È alla rivoluzione contadina, scrive il maggiore storico di questi problemi ( 29 ), che si deve se in Francia << notre évolution agraire ne peut pas s'enorgueillir des memes progrès économiques que tels autres pays >>; che è la contropartita dell'aver salvato il contadino francese dalle enclosures, e dell'avere garantito una evoluzione che << a causé moins de souffrances et a été plus humaine ». In effetti, la conquista della terra da parte dei contadini nella Rivoluzione non segnò affatto un progresso tecnico e produttivo dell'agricoltura francese. Durante tutta la prima metà del secolo XIX essa versa in uno stato di stagnazione profonda, contrassegnato da scarsissimi progressi (30 ); e solo nella seconda metà del secdlo l'impet11ososviluppo del capitalismo urbano si apre la via anche nelle campagne, assoggettandosi largamente i rapporti agrari, senza ,peraltro riuscire a spingere l'agricoltura sulla via di una sviluppata produzione capitalistica ( 31 ). Dop•o una fase di progres~o più rapido nel regime libero scambista ( 28 ) G. LEFEBVRE, Études sur la Révolution Française, Paris, 1954, pp. 241-42. ( 29 ) Ivi, p. 268; e cfr. anche le conferme fornite nell'eccellente saggio di A. Ser BOUL, Classi e lotte delle classi durante la Rivoluzione francese, in Movimento Operaio, N. S., V, 1953, pp. 193-94, 197-99. ( 30 ) H S ' H. . ' · • EE, zstotre economique de la France, vol. II, Les temps modernes , (1789-1914), Paris, 1951, pp. 11 sgg., 120 sgg. ( 31 ) Ivi, p. 311 sgg.; ma cfr. p. 327: << Cependant, on ne peut dire que l' agriculture représente vraiment, sauf dans quelques régions, une entreprise capitaliste, qu' elle tende fortement à s'industrialiser. Le capitalisme ne peut exercer son action que sur [20] Bibloteca Gino Bianco

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