Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

impostazione del problema della terra; quanto per le condizioni storiche di fondo in cui era destinato a svolgersi il Risorgimento. Sembra certo anzitutto che una rivoluzione agraria e giacobina in Italia avrebbe provocato uno schieramento antitalia-no di tutte le maggiori potenze europee, interessate alla conservazione sociale, e legate a una visione della civiltà e dei rapporti internazionali profondamente ostile a quel genere di sovvertimenti. Il problema dei rapporti internazionali è stato energicamente sottolineato a questo proposito dallo Chabod ( 21 ); e già Gramsci si era chiesto (e aveva risposto negativamente) se in Italia fosse possibile una rivoluzione di tipo giacobino nella mancanza di << autonomia internazionale » del nostro paese, quando invece la Francia era da secoli potenza egemonica in Europa (22 ), e aveva avvertito l'importanza del mutato clima europeo dopo il 1815. Ma a questo proposito il suo pensiero appare particolarmente aggrovigliato, quasi eh' egli riluttasse a trarre tutte le conseguenze della difficoltà che gli si presentava: « il limite trovato dai giacobini nella loro politica di forzato risveglio delle energie popolari francesi da alleare alla borghesia, con la legge Le Chapelier e quella sul maximum, si presentava nel '48 come uno 'spettro' già minaccioso, sapientemente utilizzato dall'Austria, dai vecchi governi ed anche dal Cavour (oltre che dal Papa). La borghesia non poteva (forse) più estendere la sua egemonia sui vasti strati popolari che invece potè abbracciare in Francia (non poteva per ragioni soggettive, non oggettive), ma l'azione sui contadini era certamente sempre possibile » (23 ). Lasciamo da parte il carattere << soggettivo» od << oggettivo>> delle ragioni che nel secolo XIX impedivano, in tutta Europa, l'alleanza della borghesia con le grandi masse popolari, nel senso inteso da Gramsci (per questo occorrerebbe riproporsi tutto il problema dei rapporti tra liberalismo borghese e movimento proletario in quel periodo). È un fatto che per l'Italia l'avversione di tutte le maggiori potenze a un sovvertimento agrario si presentava con un carattere ben « oggettivo >>; ed è poi singolare che si affermi la possibilità dell' << azione sui contadini>> dopo aver negato che si potesse estendere l'egemonia borghese sui vasti strati popolari, quando è chiaro che le due cose sono in ( 21 ) CHABOD, loc. cit. ( 22 ) GRAMSCI, cit., p. 150. ( 23 ) I vi, pp. 87-88. Bibloteca Gino Bianco [15]

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