Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

storia del paese, come sforzo risolutivo dei suoi contrasti e dei suoi problemi fondamentali. Non può dirsi certamente che di questa tesi si sia data una appr ofondita discussione. Quasi tutti gli storici marxisti del Risorgimento l'hanno adottata come criterio di orientamento di una serie di indagini p articolari; ma non ve n'è stato alcuno, ch'io sappia, che si sia posto in modo adeguato i gravi problemi, storici e metodologici, ch'essa comporta. E ciò, neppure di fronte alle gravi obiezioni che immediatamente furono soll evate. La più autorevole storiografia, dal Croce ( 17 ) all'Antoni ( 18 ) allo Chabod ( 19 ), ha infatti individuato, neìla posizione del Gramsci, l'errore comu ne a tutte le varie forme di revisionismo risorgimentale che si sono succe dute dall'Oriani al Missiroli al Gobetti; e che sono tutte caratterizzate d al ricorso a un astratto ideale morale e politico, al quale arbitrariamente s i presume che la storia realmente accaduta avrebbe dovuto adeguarsi, e ins ieme, dal fondamentale anacronismo di questo criterio di giudizio, che n on nasce dalla concreta storia del tempo, ma dai più tardi problemi che allo storico si pongono. E su questo anacronismo, a proposito del Gramsci, h a insistito con particolare energia lo Chabod, sottolineando il legame tra la sua critica al Risorgimento e il problema, postosi ai socialisti e comunis ti italiani nel primo dopoguerra, di agganciare al movimento del proletari ato cittadino le masse contadine largamente controllate dalle leghe « bianc he >>(20 ). D'altra parte, è da tener presente che la tesi del Gramsci è anzi tutto formulata come critica del partito d'azione sul piano della coerenz a storicopolitica, mirando a sottolineare l'incapacità a svolgere la propr ia battaglia in una rivoluzione fondata sull'alleanza giacobina di borghe sia avanzata e contadini, che sola gli avreb·be consentito di sottrarsi all' <<e gemonia>) dei moderati e di realizzare una << conseguente » rivoluzione democratica. Ma il presupposto di tutta la tesi è l'esistenza di una struttura c ontadina mobilitabile ai fini della rivoluzione nazionale e democratica, l 'esistenza cioè di una «oggettiva>> possibilità rivoluzionaria, che il partito d'azione, a differenza dei giacobini francesi, non seppe tradurre in atto, ma che ( 17 ) B. CROCE, in Quaderni della Critica, XV, 1949, p. 112. ( 18 ) C. ANTONI, nel Mondo, 9 aprile 1949. ( 19 ) F. CHABOD, Croce storico, in Rivista storica i·taliana, LXIV, 1952, p. 521. ( 20 ) Ivi, loc. cit. · [13] Bibloteca Gino Bianco

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