Nord e Sud - anno III - n. 21 - agosto 1956

comunque li si voglia definire - tra gli innumerevoli difetti presentano però· il pregio) per relativo che sia) di essere agevolmente coercibili ad una politica di austerità. Austerità in virtù della quale gli sforzi di quei popoli sembrano concentrarsi f attivaniente sull' acqttisizione dall'estero dei beni strumentali anzichè di quelli di consu1no) rinunciarido ai benefici dell'oggi in vista dei maggiori e piiì duraturi benefici del domani. Ebbene) riterigo che se ci si offrisse la possibilità - ma in effetti le possibilità non si offrono, vanno invece ricercate, create, sfruttate - di concorrere alla formazione del capitale strumentale di quei paesi) se ne· potrebbero· conseguire vantaggi non disdegnabili: ed ovvia1nente) pen,50 particolarmente al nostro Mezzogiorn,o. Mi sembra che queste possibilità potrebbero essere convertite in un adatto· stimolo alla localizzazione riel Sud del nostro paese di qualche industria - o qualche ramo di industria - dedita alla produzione di beni strumentali cosiffatti da poter essere richiesti sia dai mercati esteri orientali - del Vicino o Medio od Estremo -Oriente che sia - che dai nostri rnercati meridionali. Oggi da più parti si addita -- con ragione maggiore o minore - nella ristrettezza del mercato meridionale) specie relativamente a codesti beni) la causa dell'impossibilità) per le industrie o i rami di industria che do·urebbero produrli) a localizzarsi nel Mezzogiorrio. D'altro canto l'espansione del mercato meridionale in tal sen,50 richiede l'industrializzazione) che) a sua volta) potrebbe essere più veloce1nente ed efficientemente stiniolata da quelle tali industrie· produttrici di beni strumentali) che in ben più, larga misura delle altre adducono ad U'na industrializzazione capace di « autoincentivarsi ». Mi chiedo) quindi) se sarebbe proprio da riteneTsi utopistica l'idea di assicurare - almeno per u,11,certo periodo iniziale - un, mercato più anipio a qualche industria del tipo anzidetto) proprio attraverso la promozione di rapporti commerciali di 'una certa stabilità - nel tenipo e nel volume - con quei paesi che abbisogna11,o dei medesimi beni strumentali n.ecessari al nostro Mezzogiorno. In modo che) insornnia) superato il periodo iniziale di « avviamento », queste industrie potessero agevolniente rivolgersi al niercato .interno del A1. ezzogiorno - come mercato di sbocco complemen,tare od anche sostitutivo del mercato estero - il quale) nel fratte1npo) avesse potuto espandersi più rapidamente in virtù della loro preseriza stimolante (sempre che) beninteso) non fossero venuti meno gli altri strumenti della politica di industrializzazione del Mezzogiorno). Non mi senibra) francamente) che quest'idea sia tanto « utopistica » da dover essere scartata a priori: per lo meno) non è più « utopistica » di molte altre che) 111,essealla prova) hanno poi dato torto agli scettici. Dubbi) comunque) non credo ve ne debbano essere circa la convenienza di una politica commerciale che add·ucesse - in più o meno ristretta misu- [121] BiblotecaGino Bianco

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