riportati dal P.S.I.U.P. nel 1946, che rappresentavano un risultato considerevole, furono dovuti più che a un'opera di propaganda nei comizi (ci fu, .anzi, qualche comizio molto infelice), alla sopravvivenza di una tradizione socialista che si stava appena formando, in Casoli, quando il fascismo si 1.mpadronì del potere. Si trattava, però, di sparuti gruppetti di operai o di artigiani, privi di qualsiasi capacità direttiva e organizzativa, e perciò non ,ci fu mai, in paese, una sezione socialista efficiente. Tuttavia i 159 voti (a .cui si potrebbero aggiungere i 27 voti che furono attratti, forse per un equivoco, dal simbolo dell'U.S.I.) riportati con un'organizzazione propagandistica ancor più limitata nel 1953, provano che il simbolo socialista non ha mai cessato di esercitare una certa attrazione sull'elettorato. E anche a Càsoli, prima o poi, la concorrenza fra P.C.I. e P.S.I. si farà sentire. Quanto alle destre, mentre non desta meraviglia la presenza di un elettorato missino, diffuso soprattutto tra la borghesia del centro urbano, la quale già nel 1946 aveva dato 254 voti al movimento dell'Uomo Qualunque, furono una grossa sorpresa, nel 1953, i 643 voti ottenuti dal P.N.M. grazie a un'intensa e poco rumorosa propaganda svolta nella campagna con l'intento di volgere a vantaggio di quel partito ogni risentimento verso il Governo e la D.C.. Il terreno evidentemente era favorevole a una propaganda monarchica, perchè per il referendum istituzionale del 1946 si erano avuti a Càsoli 3.119 ,,oti per la Monarchia e 1.169 per la Repubblica; e i voti monarchici erano stati in prevalenza voti contadini; ma la ragione fondamentale di quel successo non va ricercata in una convinzione monarchica di quell'elettorato. Molti di quei 643 voti erano forse andati al socialismo democratico appena due anni prima e poichè anche la campagna dei socialdemocratici casolani nel '51 fu soprattutto volta contro la D.C. non si può non concludere che essi era-no, prima che voti concessi a un partito, voti espressi contro il Governo. Questa generica e un po' fumosa opposizione pare che dbbia trovato adesso una certa stabilizzazione attorno ai sim'boli dei partiti che, più che programmi e idee, agitano sentimenti. Il voto monarchico di questi oppositori contadini nasce soprattutto •<lalloscontento del presente e dal paragone che molti di loro fanno fra certi aspetti dei sistemi politici ed amministrativi di oggi e quelli più semplici e sani dello Stato liberale prefascista e che continuarono per un certo tempo anche col fascismo, prima che la corruzione di quel regime dilagasse anche nei centri più periferici; in quelli che, come Càsoli, non pote- [118] Bibloteca Gino Bianco
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