.. .... Chi ha visto il problema con chiarezza è stato Adriano Olivetti, che, pur parlando di individuare u,n certo numero (circa 150) di località depresse (21 ) in tutto il Mezzogiorno in cui attuare una politica specifica di svilup,po, riconosce che occorrere·bbe assicurare all'industria nascente i vantaggi della concentrazione. Resta da vedere se è :possibile 1 con i mezzi disponibili creare addirittura 150z·one industriali; è probabile che un programma del genere rischierebbe di disperdere ie forze disponibili in un frazionamento di piccole iniziative che, invece di fruire dei vantaggi della concentrazione, risentirebbero tutti i danni del'isolamento. Lo sviluppo omogeneo di tutto il Mezzogiorno non è ob1 biettivo che s_ipossa raggiungere tutto d'un colpo, almeno con i mezzi a~tuali; la via indicata da Olivetti è certo promettente, ma sarà forse necessario seguirla enu-cleando un •numero di zqne assai più limitato. Tra queste andrebbero inclusi in un primo momento quei centri che abbiamo citati in principio (Napoli, Palermo, Bari, ecc.) e che mostrano di essere già avviati sulla via dello sviluppo economico. In un secondo tempo questi potrebbero essere lasciati a se stessi, al fine di concentrare gli sforzi su altri gruppi di zone, da individuare e fare oggetto di una azione intensiva. Troverebbe allora applicazione una politica di << tipo inglese», volta a concentrare gli sforzi su un numero di singole zone, scelte in modo da assicurare lo· sviluppo, .se non omogeneo, quanto meno diffuso in tutte le regioni del Mezzogiorno. AUGUSTO GRAZIANI ( 21 ) V. il suo intervento nel dibattito aperto da Prospettive Meridionali, pubblicato anche in Comunità, novembre 1955. [100] Bibloteca Gino Bianco
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