Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

con il marciare in convogli, seguendo così il ritmo di marcia dei membri più lenti. Il piano Schuman poneva, invece, i Governi di fronte ad una scelta precisa: si trattava di rinunciare alla propria sovranità nei settori del carbone e dell',acciaio, ·per delegarla ad una Comunità europea, dotata di poteri sopianazionali. Il Governo britannico rifiutò di dare la sua adesione. Ma questo gesto, lungi dal dover essere considerato ostile, fu in realtà il più valido appoggio che potesse venire da Londra ,all'integrazione europea. Il Foreign Office avrebbe potuto adottare un atteggiamento diverso: cioè, accettare di partecipare ai negoziati, cercando di privare il Tr;attato, quanto più fosse stato possibile, del suo carattere federale; e ridurre la Comunità quasi al livello ddl'O.E.C.E. La Gran Bretagna, invece, preferì riconoscere che i Paesi europei del continente volevano marciare con p,asso più ·rapido di quanto essa non fosse disposta a fare, e si fece da !)larte.Un gesto, questo, di portata rivoluzionaria, se si pensa alla tradizionale politica di equilibrio europeo, perseguita dial Governo di Londra. Da questo momento in poi il problema del1 l'integrazione europ,ea si chiarì nei suoi aspetti essenziali: si eb·be, cioè, da una parte la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio come primo esem·pio di organizzazione ~ federale europea, e, di fronte ad essa, la lotta nell'ambito dei Governi e dei Parlamenti dei sei Paesi C.E.C.A. per decidere l'estensione a nuovi settori o a tutto il mereiato comune delil'integrazione sopranazionale. Da questo punto di vista, la C.E.C.A. ha avuto ed ha un'importanza decisiva, proprio perché tutta la politica attuale, tutte le considerazioni economiche intorno all'integr,azione traggono spunto dall'esperienza che i Paesi europei stanno facendo, dopo aver messo in comune le loro risorse di carbone e d'acciaio. Voi sapete che i progetti attualmente in discussione a livello ministe riale sono sopr,atutto due: il mercato comune e la Euratoin. Il mercato comune gener,alizzato è l'obiettivo principale a lungo termine, la Comunità atomica europea l'obiettivo immediato da realizzare con urgenza. Le polemiche e le lotte che sono in corso sul piano parlamentare, sul piano governativo, sulla stampa e nelle cancellerie, vertono essenzialmente intorno al ·problema dei poteri che bisognerà attribuire alle nuove istituzioni nazionali. Gli europeisti affermano, infatti, che non c'è ·possibilità di realizzare effettivamente una C.omunità atomica ed il mercato comune se ' non vengono delegati alle nuove istituzioni europee poteri federali. Noi affermiamo, cioè, che, senza i ,poteri federali o costituzionali non c'è effet- . ' [66] Bibloteca Gino Bianco

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