Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

arcaico delle nostre strutture economiche. Se la rivoluzione atomica è paragonabile, nelle sue conseguenze, alla rivoluzione industriale del XVIII e del XIX secolo, i Paesi che non ne subiranno l'influsso, saranno condlannati a sicura, rapidissima decadenza. Coloro che vogliono l'integrazione dei Paesi europei, ritengono che, in casi di insuccesso, l'Europa si ridurra, rispetto agli Stati Uniti, nella condizione in cui sono .oggi i Paesi blalcanici, o addirittura quelli mediorientali, di fronte all'Europa. Per arrestare, raddrizzare e capovolgere la spirale dell'impoverimento e della decadenza, gli europei devono por fine all'era delle divisioni e delle guerre e creare un mercato comune, cioè una v,asta zona di politica economica comune, che costituisca una potente unità di produzione. Fino ad oggi, ogni Paese ha fondata la sua azione, partendo da una differenziazione fondamentale tra la sua propria produzione ed il proprio consumo da una parte e la produzione ed il consumo degli altri Paesi dal1' altra parte. Ogni Paese, nello sforzo di ottenere un vantaggio a danno degli altri, finisce con l'indebolire la propria posizione di fronte ai concorrenti stranieri. Tale è, infatti, il significato ultimo delle dogane, che aumentano il prezzo dei prodotti importati, in modo che non possano fare concorrenza alla produzione nazionale; tale il valore dei contingenti, che limitano direttamente la concorrenza stessa bloccando le quantita da importare. Produzione scarsa e prezzi elevati sono dunque le conseguenze dei mercati ristretti, da 10 a 50 milioni di persone: le due facce del nazionalismo economico sono le pratiche discriminative all'esterno e le pratiche restrittive della produzione all'interno. Impegnati nella lot~a reciproca, i Paesi europei non hanno potuto dedicare alle ricerche ed agli investimenti le somme enormi che le aziende americane destinano a questi scopi. !La espansione degli impianti, la divi:ione del lavoro, la specializzazione proclt1ttiva, che hanno prosperato nel grande mercato statunitense, sono state soffocate dalla rivalità e dalle lotte intestine del Vecchio Continente. Il dopoguerra, con le sue rovine e con le sue miserie, portò una parte delle classi dirigenti europee alla consapevolezza che l'unita rappresentava per l'Europa la sola possibilita di sopravvivere. Ma gli sforzi compiuti finora dimostrano quanto fossero difficili gli ostacoli da superare e quanto lunga la strada da percorrere. Dal giorno in cui fu lanciato il Piano Marshall gli europei hanno cer- [63 _I Bibloteca Gino Bianco

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