Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

vere mentre l'Europa attraversa una f ase di ·alta •congiuntura senza precedenti .e lungi dal riflettere quindi una situazione di stagnazione o di declino tr,anseunte, si riferiscono ad un period o di ineguagliato benessere. Tuttavia proprio l'alta congiuntura attuale ci permette di cogliere con la massima chiarezza il carattere strutturale dell'i nferiorità della economia dei singoli Paesi europei rispetto all'economia dell'U.S.A. e dell'U.R.S.S. Facendo, infatti, 100 l'indice della produzione i ndustriale nel 1938, nel 1955 l'indice dei Paesi O.E.C.E. è salito a 155, quello dell'U.R.S.S. a 250 e quello degli U.S.A. a 260. Questi ultimi dati significano che, -per grande che sia lo sforzo dei singoli Paesi europei, per ecceziona lmente favorevole che sia la congiuntura, il n~stro ritmo di sviluppo e di progresso è nettamente inferi ore al ritmo di sviluppo delle gr1andiPotenz e mondiali. ·E tuttavia le _cifreattuali del nostro svantaggio non dicono tutt o sulla nostra condizione di inf eriorità, perchè l'Europa, che finora è ri uscita ad assirr1ilare tutti i pr,ogressi della tecnica realizzati in altri Paesi, non sarà più in grado d'o r~ in poi di seguire con re s11eforze l'attuale ritmo di espansione mondiale. A tal proposito, il Rapporto Spaak, a conclusion e del lav,oro del Comitato di Bruxelles per il rilancio, ha ricordato tre ca si che dimostrano l'enorme difficoltà ~ che dovranno fronteggiare i Paesi eu ropei nel prossimo avvenire. Non c'è, infatti, una sola aziend,a au tomobilistica in Europa, che sia grande a·bbastanza da poter utilizzare in maniera economica le macchine americane più potenti. Ancora: nessu no dei Piaesidel Continente è capace , senza aiuti esterni, di costruire grand i aer,oplani da trasporto. Nel campo della scienza atomica, infine, le cono scenze raggiunte dopo spese enormi in parecchi Paesi europei r,appresenta no soltanto una debole frazione delle conoscenze che gli Stati Uniti mettono ora liberamente a disp.osizione della loro industria e degli altri Paesi·: ci vorrebbero anni per ·produrre da no i qualche migliaio di kilogrammi di qu ell'uranio arricchito, di cui l'America ha recentemente annunziato di poter met tere un « surplus >> di 40 tonnellate a disposizione della sua industria e d el resto del mondo. Nessuno dei nostri Paesi è in condiz ione di compiere gli sforzi immensi per le ricerche e per gli invest imenti, che dovranno dare il via alla rivoluzione tecnica, promessa dall'era atomica. E, d'altra p 1arte, gli sviluppi produttivi che questa nuova fonte di e nergia e le sue nuove tecniche renderanno possibili, si urterebber10ai confi ni troppo angusti dei mercati europei separati. La rivoluzione ,atomica farà saltare tra qualche anno il carattere [62] Bibloteca Gino Bianco

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