Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

biente in cui essi (farmacisti, medici o notai) eserciteranno poi la loro i nflenza di notabili. Lo spirito retrivo, l'opportunismo, il trasfor1nismo politico di questi intellettuali di provincia affondano le radici nella loro insuff iciente formazione culturale, nella loro troppo arida esperienza universitaria. Di tutto questo bisogna te11er conto in sommo grado per non richiedere al la Università semplicemente una preparazione tecnico-professionale, che è ind ispensabile nel quadro della produttività sociale, ma non sufficiente per 10 sviluppo di una moderna classe dirigente. È qui cl1e il Collegio può giocare un ruolo importantissimo, per la risoluzione, cioè, di questo fondamentale problema delle Università meridionali, il cui retroterra è, in generale, straordinariamente ampio ed in condizioni politiche e sociali di depressione e disgregazione. Le attuali cc Case dello Studente », inadeguate al fabbisogno, disattrezzate, improntate a criteri di assistenza economica del tutto inefficace, accomunano gli studenti sulla base di un rapporto di coinquilini. Il Collegio è invece un'istituzione culturale, capace di creare una vera comunità di studenti. La sua gestione è affidata direttamente all'Opera universitaria, la direzione a un Docente; gli studenti vi svilu1Jpano le condizioni dell'autogoverno, vi seguono seminari di studi, vi praticano quell'attività culturale cl1e il nuovo ambiente favorisce; vi si provvede alla graduale istituzione d i posti di specializzazione e di perfezionamento scientifico. I Collegi che saranno costruiti in Sicilia, in seguito allo stanziamento del Governo regionale, non risolvono le molteplici carenze dell'Istituto univer - sitario, ma costituiscono un elemento molto importante di rinnovamento. E la battaglia per la realizzazione dei Collegi deve essere porata avanti soprat - tutto dai Goliardi siciliani, i quali, è da augurarsi, avranno superato ogn i divisione interna proprio sulla base della piattaforma politica scaturita d a questo primo incontro di Taormina. Fino a che punto questi Convegni 1)0 ono costituire un valido strumento per lo sviluppo delle associazioni goliardiche di base, che, nel Mez - zogiorno, denunciano una notevole discontinuità nel tempo e nello spazio ? La storia dell'UGI nel Mezzogiorno infatti pre enta due aspetti contrastanti: da una parte, l'iniziativa goliardica del centro, cl1e si è concretata nei Con - vegni meridionali, neii quali, a Napoli nel '52 e a Cagliari nel '54, si è acceso l'interesse e l'entusiasmo dei goliardi di base; dall'altra, l'abulìa che t1ccede , in questi stessi ambienti goliardici, dopo un breve giro di tempo, a quelle fasi di appassionato slancio. Si è pensato che ta11to il Convegno di N a1)oli, quanto quello Sardo, avessero peccato di ambizione; che la loro piattaforma fosse così vasta da diventare astratta e scarsamente produttiva sul piano di un impegno d i massa, continuativo e concreto. Un giudizio che non volesse essere troppo approssimativo presupporrebbe forse una più attenta analisi delle condizioni dell'UGI e della democrazia universitaria nel Mezzogiorno. Comunque, giova [59] Bibloteca Gino Bianco '

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