Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

sentire il trasferimento della somma a~le famiglie, lo Stato francese tratteneva Ulna quota per tasse di successione. Noi siamo lieti di apprendere che le porte della Francia si apriranno a 30 o 40 mila emigranti italiani, che « il cammi1no della speranza » potrà essere reso più agevole da un vero e proprio piano ,di -immigrazione. Ma non possiamo ammettere che al suo termine cominci u111 altro cc cammino », cc il cammino della disperazione », dallia Francia all'Algeria, dalla miniera alla Legio1ne. Se c'è qualcuno che dall'Itali,a vuol partire per la Legione, parta pure. ~1a chi parte per la miniera non deve essere dirottato verso la Legione, non deve essere arruolato con sistemi che, se venissero adottati nel nostro paese, ci troverebbero pronti alla denuncia, impegnati a 1 contrastarli, risoluti a i·mpedirli. MICHELE TITO Ammutinamento in Piemonte Torino ha avuto la sua « sorpresa elettorale ».: i 31.526 voti, pari al 5,8 per cento, totalizzati dalla lista degli « autonomilsti » del Mi\RP (Movimento Autonomia Regionale Piemontese). Quattro seggi in Consiglio Comunale e un rappresentante in Consiglio Provinciale sono il bilancio positivo (per i dirigenti) e sconcertante (per i partiti e per l'opinione pubblica) del MARP, che si è ·piazzato al quinto ,posto nello schieramento ,delle forze politiche cittadine, dopo la DC, il PCI, il PSI e il PSDI, davanti ai liberali e ai monarchici. Per rispondere alla domanda cc perchè più di 30.000 torinesi hanno scelto questo movimento », e cc chi sono e cosa vogliono gli autonomisti », cominciamo dalla cronaca dei fatti. Mercoledì 28 settembre 1955, all'inaugurazione del V Salone internazionale della Tecnica, nei locali di Torino-Esposizioni, il Sindaco avv. Peyron, democristiano, ,pronunciò 1111 discor o ritenuto dalla stampa « coraggioso », in « difesa degli interessi della città ». Presente il Ministro on. Mattarella in rappresentanza del Governo, il Sindaco sottolineò le ingiustizie che colpiscono la città capoluogo del Pie1nonte, accusando in forma garbata quanto recisa il Governo di 1pretendere n1olto~-.dal Piemonte, ma di essere poco ,disposto a dare, nei limiti del possibile e del giusto, per lo svilupipo della regione . piemontese. « In tutta franchezza, disse l'avv. Peyron, ci pare di notare che in talune città opere di squisito carattere cittadino siano state pagate dallo Stato, mentre a Torino opere di, competenza dello Stato siano pagate dalla città ... ». « Nell'innato senso ·di giustizia del popolo piemontese e torinese, compren- [47] BiblotecaGino Bianco

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