darebbe anche un buon esempio a molte delle ideologie e filosofie contemporanee, che tuttora continuano a vivere nell'illusione logico-dialettica, cioè nell'ossessione eleatica dell'antitesi del sì al no, dell'essere al nulla, dell'affermazione alla negazione, e delle sue possibili sistemazioni e conciliazioni mercè teorie o categorie logiche o gnoseologiche o metafisiche. Rammento (per citare un solo esempio) u11prof essore di filosofia di stretta osservanza idealistico-gentiliana, che quando ero studente ci lesse lo scritto di Kant sulla Pace perpetua, e ci spiegò che una federazione uni- . versale di stati non si sarebbe mai potuta avere in quanto la guerra era necessaria per l'esigenza dialettica di ogni stato, di contrapporsi a uno stato diverso da sè. Per fortuna, non mi rammento di aver visto che nessun marxista abbia apertamente dedotto la guerra fredda da un'esigenza dialettica di opposizione fra Oriente ed Occidente, nè la nuova politica della coesistenza dal subentrare della Versohnung alla Verneinung, come terzo momento della sintesi. Comunque, se conciliazione ha da essere, preferisco che la facciano gli uomini, perchè se la facesse la Dialettica, staremmo freschi. Subito dopo ricomincerebbe il gioco dell'antitesi, e quindi la guerra, fredda o calda che fosse! Ma questa liberazione del marxismo .dalle sue anticaglie logico-dialettiche implica anche la necessità di sgombrarlo da tutto quel platonismo classificatorio, da tutta quella filosofia da etichette, che abbiamo già vista esemplificata da alcune delle argomentazioni del Cases. Finchè i nostri amici marxisti continueranno a contrapporre, con la logica del sì e del no e con quella dei cartellini stereotipi, i <<borghesi>> e la <<classe operaia >>,il « capi talismo » e il <<socialismo >>,collocando il primo da una parte e il secondo dall'altra di una certa linea geografica, essi continueranno a capire tanto poco della realtà quanto poco capirebbe degli uomini e delle donne cl1i pensasse che tutti gli uomini sono gli stessi dal momento che si chiamano uomini e tutte le donne sono le stesse dal momento che si chiamano donne. Questo non toglie, si capisce, che sia an1 che utile indicare, quando occorra, ciò che rende approssimativamente simili gli uomini facendo ricorso a quella designazione comune. E così sono utili le approssimative indicazioni storico-sociologiche date da Marx in rapporto alla situazione inglese del suo tempo: indicazioni che restano valide dovunque non sussista ancora una libera e potente difesa sindacale del lavoro, u11a efficie11te legislazione antimonopolìstica e una rigorosa neu- [37] BiblotecaGino Bianco
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