cambiamenti di quelle dottrine, le quali avessero un nesso più stretto coi modi del suo comportamento, che non da cam•biamenti in altre dottrine,. rispetto a cui quel nesso le fosse meno chiaro. Essendo stata, poniamo, fortemente condizionata nelle sue scelte dall'idea della superiorità dello stato verginale allo stato coniugale, un abbando110 della dottrina della maternità verginale della Madonna la turberebbe probabilmente assai di più che una modificazione della dottrina neoplatonizzante della Trinità. Ma, in ogni caso, quel che più le premerebbe, sarebbe di non perdere il suo senso di aiuto nel presente, e la sua fiducia e speranza nel futuro. La sua stessa naturale diffidenza per Qgni mutamento della dottrina non sarebbe tanto determinata da un diretto interesse alla dottrina stessa, quanto dal vago timore che la non stabilità della dottrina potesse anche significare una non · stabilità della speranza. Fino a questo punto il parallelismo fra la mentalità cattolica e la mentalità marxistica sembra reggere. Chi lavora in base a speranze, ha il diritto di non vedersele distrutte, soprattutto quando il suo lavoro abbia una certa utilità comune. E più egli presume ·che il nesso fra queste speranze e certe dottrine sia richiesto da un'adesione fideistica, da una necessità disciplinare, tolta la quale lo stesso adempimento di quelle speranze sia messo in pericolo, più egli può pretendere che di quel nesso non si discuta. È il tipico momento disciplinare di ogni organizzazione ecclesiastica o rivoluzionaria, che, dovendo legare gli uomini all'azione in vista di una speranza, leghi a sua volta questa speranza all'accettazione di una dottrina. Ma più egli pensa che, invece, il danno di questa passività disciplinare possa riuscire in conclusione soverchiante a paragone dei vantaggi risultanti da un'indiscussa unità d'azione, e più deve desiderare che di quel nesso si discuta. Tanto maggiormente, poi, questo deve aver luogo, quanto più egli presu.ma, per suo conto, di procedere non appellandosi a rivelazioni ed esigendo adesioni fideistiche, bensì, al ·contrario, appellandosi a quel che si suol cl1iamare l'intelletto e la riflessione e la critica e la di- . mostrazione razionale, cioè ricercando consensi meditati ad argomenta- . . . z1on1 persuasive. È qui, dunque, che il parallelismo fra cattolici e marxisti cessa, e che le loro vie cominciano a divergere. Dopo tutto, le obbedienze marxistiche non sono divine ma umane, e le conseguenti speranze non varcano i confini di quel che è mortale. Il purissimo gregario comunista può, sì, con- [35] Bibloeca Gino Bianco
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