rebbe ridere se no11facesse piangere; ma non vedo perchè si debba deplorare l'orientamento verso la « scuola attiva» che alcuni ambienti pedagogici cattolici si sforzano di far valere, e prendere in giro le aule organizzate più modernamente con sedie e tavolini, quando le nostre solite aule con banchi e cattedra sono non soltanto arcaiche ma anche scomodissime (p. 400: legga il Cases, se la questione gli interessa, e non ama soltanto scandalizzarsi per gli studenti americani che fumano e tengono i piedi sul banco - ma poi, all'occorrenza, salvano il mondo, Russia compresa, da Hitler -, il mio articolo I banchi scorriodi sulla Stampa del 26 maggio). Anch'io sono d'accordo sul pericolo che _lalibertà dai programmi possa permettere a qualche estremista fanatico, divenuto professore di filosofia, di leggere solo San Tommaso o solo Marx per tutte e tre le classi del liceo (p. 394). Ma non si smette di nuotare solo perchè qualcuno affoga, tanto più che il tipo sopra ipotizzato affogherebbe lo stesso nel suo fanatismo anche co11qualsiasi salvagente di programmi. E d'altra parte l'idea, che sembra suggerita dal Cases (p. 401), di vaccinare la gioventù contro le filosofie tradizionali propinandogliene senza discussione dosi particolarmente gravose, comporta anch'essa il grave rischio, che lo stesso autoritarismo didattico finisca per far odiare ai giovani anche tutte le dottrine e le idee e i valori che egli meno vorrebbe odiassero. Infine, il Cases dice, giustamente, cose anche più severe e gravi di quante io abbia mai detto contro la didattica imperniata sui voti e sui registri ( « apparenza puramente illusoria di razionalità >>, << rito magico >>, << carisma >>che fa << passare dal1' essenza all'esistenza » le nozioni da studiare, le quali subito dopo << risprof ondano nel nulla>>: v. pp. 394-95). !via poi il ·bisogno irresistibile di darmi torto gli fa supporre che io proponga di abolire di sana pianta tutto, ogni voto e ogni esame e ogni bocciatura (4 ); e conclude: Non voglio, cari direttori, privarvi della più bella perla riferita dall'Espresso: quella del professore che al Convegno dell'Eliseo avrebbe detto: ( 4 ) Anche qui, come si vede, c'è al fondo la solita mentalità eleatica, del << sì o no», << o Tutto o Nulla», caratteristica dei logico-dialettici e dei rivoluzionari per nevrastenia. O controlli, o non controlli; o esami, o non esami. Non viene neppure in 1nente che il problen1a sia invece quello pratico di avere controlli meno dannosi ed esami meno inefficienti. (Evidentemente, qusto sarebbe volgare pragmatismo, non filosofia della prassi). [32] Bibloteca Gino Bianco
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