Siamo dunque d'accordo, il Cases ed io, se si tratta di respingere dalla scuola non solo gli ideali di « Lascia o raddoppia » ma anche le parodiè di Socrate. Ma respingere la sua parodia non significa respingere il suo esempio autentico. Socrate resterà sempre il supremo maestro di ogni umano insegnare, anche se non è mai riuscito simpatico alle persone imbevute di certezze catechistiche, ivi comprese quelle che scrivono la rivista Società (2 ). E si aggiunga, ancora, che proprio quel pericolo dell'esibizionismo oratorio e confutatorio, che giustamente il Cases vuol scongiurare, non può evitarsi in modo più efficace che allenando lentamente i ragazzi, fin dalle primissime fasi della loro carriera scolastica, a conversare e a discutere con serietà, cioè tenendo se1npre presente l'esigenza che ognuno sia considerato nel suo punto di vista, che nessuno abbia influenza preponderante, che nessuno pretenda di « vincere », che ognuno si spieghi nel modo più semplice e nitido e breve: ossia l'acquisizione di tutte quelle regole primarie, le quali costituiscono la base della più autentica << educazione civica » di ogni cittadino. Se infatti un cittadino conosce magari a memoria il testo della Costituzione, e poi, dovendo parlare in un'assemblea, si preoccupa soltanto di dire tutto quel che ha in testa senza preoccuparsi che gli altri abbiano il tempo di intervenire egualmente, che cosa ha egli in realtà imparato dalla scuola? L'Italia è piena di avvocati ciceroniani che non la finiscono mai, e di timidi che non hanno il coraggio di intervenire, finchè, magari, qualche volta esplodono e allora diventano verbosi come i ,primi; così co- ( 2 ) A p. 393 il Cases, dopo aver addirittura citato il mio commento al Protagora, dice che Socrate << si intratteneva solo con alcuni figli di papà, che sapevano già tutto grazie all'opera 1 pri1na che dei sofìsti, di oscuri pedagoghi i cui nomi non ci sono stati tramandati, e li persuadeva che non sapevano niente. Invece noi abbiamo degli allievi che non sanno niente, e l'opera dei professori-Socrati consisterebbe nel persuaderli che sanno tutto ». Il passo è divertente, ma non regge. Primo, non è vero che Socrate si intrattenesse solo con figli di papà, perchè anzi gli piaceva molto di intrattenersi anche con membri della classe operaia. Secondo, come la mettiamo con la deprecata << parodia di Socrate» (p. 387)? Se l'opera dei professori-Socrati consistesse nel persuadere i ragazzi che sanno tutto, essa non sarebbe più una parodia, ma anzi tutto il contrario di quel che faceva Socrate. La realtà è che coi marxisti uno non sa mai se adoperino la logica della non contraddizione o la dialet~ica della contraddizione. Quando sarebbe desiderabile che non si contraddicessero ricorrono alla dialettica, e quando dovrebbero compiacersi della dialettica della storia denunciano amaramente le contraddizioni della società capitalistica. [28] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==