Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

Ma questo che c'entra con Hegel e col <<noto » e col « conosciuto » ? Ricordo di aver visto riprodotto un grazioso disegno col ritratto di Hegel giovane: sotto, di suo pugno, egli aveva aggiunto queste parole: Unsere Kerintnis soll Erkenntnis werde1i; wer niich kennt, wird mich hier erkennen. A differenza dei suoi ripetitori, Hegel almeno sapeva scherzare, sulle sue teorie e sulle sue terminologie: e così poteva, qui, fare un gioco di parole, e dire che, come ogni <<conoscere » deve diventare un « riconoscere » così chi avesse conosciuto lui nella realtà l'avrebbe riconosciuto nel ' ritratto. Se si tratta di fare dei calenibours, giochiamo pure; anche se perciò, s'intende, bisogna conservare le corrispondenze semantiche kenr1enerket1nen, «conoscere-riconoscere», e non tradurle nella diversa diade ter1ninologica del <<noto >> e del « conosciuto >>, che non permette più il giuoco. Ma se invece di spassarcela coi calembours crediamo davvero che quelle distinzioni di nomi, del <<noto » e del « conosciuto », corrispondano per se stesse a fasi distinte dello sviluppo gnoseologico, accada esso nella Mente di Dio o nel Weltgeist o nel cervello dei ragazzini, e che di conseguenza il nostro dovere pedagogico sia d'impiantare durante certi periodi certe dosi di <<noto>>nelle loro teste, per farlo poi fermentare, e controllare se a un certo punto si sia trasformato in <<conosciuto », allora veramente non resta altro consiglio da dare se non quello di smettere di leggere Hegel, pur col rimpianto per tutte le cose geniali che egli dice quando non fa della filosofia logico-dialettico-metafisica. <<Sorvegliare che questo processo avvenga in tutte le teste » ! Ma si rende conto il Cases, di ciò che significherebbe un metodo del genere? Significherebbe, proprio, tarare tutte le teste secondo lo stesso metro, presupponendo che debbano passare dal « noto ~> al « conosciuto » tutti, ivi compresi quelli che non fossero affatto convinti di quella inconsistente teoria gnoseologica di Hegel (tra i quali, fra l'altro, potrebbero trovarsi anche molti dei disgraziati insegnanti costretti ad applicarla). L'inconsistenza stessa della teoria, poi, ne renderebbe impossibile o arbitraria l'applicazione. Se il fascismo era una dittatura temperata dall'inosservanza delle leggi, qui avremmo un autoritarismo didattico temperato dall'impossibilità di applicarne i presupposti. Quando mai, infatti, si può stabilire che un contenuto mentale cessa di essere soltanto <<noto» e diventa <<conosciuto»? 1-1uttoquel che saprò, sarà sempre più o meno <<noto», o più o meno <<conosciuto», o comunque altrimenti voglia dire, a seconda [26] Bibloteca Gino Bianco ,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==