Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

ferma piuttosto sul carattere di << classe » che da quell'impostazione ottocentesca de- . riva. Le modifiche introdotte in tempi vicini a noi non hanno alterato il quadro: per es. la scuola d'avviamento ha non sanato ma aggravato le differenziazioni sociali sulle quali era stato poggiato nel sec. XIX l'edificio della scuola italiana. Le critiche a questo tipo di istituto (pp. 21, 38, 39) hanno accentuata forma polemica, ma sono sostanzialmente valide. Lo stesso dicasi per le osservazioni più generali (pp. 19, 20, 33) sul carattere << retorico » della scuola italiana, sul suo costante ritardo rispetto agli sviluppi della scienza e della tecnica moderna, sul distacco tra scuola e società anche sul piano culturale. Piaga vergognosa è l'evasione dall'obbligo dell'istruzione, favorita da!- ! ,insufficienza dell'edilizia scolastica: le cifre che riporta in proposito l'A. (pp. 3132) sono ben note agli educatori, ma non altrettanto, pensiamo, al grosso dell' opinione pubblica. Alla parte negativa, delle critiche, segue quella positiva, delle proposte, che s'incentrano nel progetto-chiave della scuola unica senza latino per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Essa, assorbendo le attuali scuola media unica e scuola d' avviamento, permetterebbe di dare a tutti i ragazzi italiani sia l'istruzione obbligatoria ottonnale sancita dalla Costituzion·e ' sia la possibilità di continuare gli studi senza limitazioni di sorta dopo i 14 anni (pp. 36 segg.). La fusione tra i due attuali tipi di scuola media inferiore potrà avvenire per gradi, secondo modalità sugger1te a p. 4 3, senza lasciarsi fuorviare da un male inteso culto del latino: lo studio del quale, per essere efficace cioè formativo, deve essere condotto a fondo; una infarinatura non servirebbe a niente. Inoltre << occorre distinguere tra un umanesimo fossile retorico formalistico e quello umanesimo vero, che, oltre che sulla conoscenza del mondo classico, oggi non può non essere basato, essenzialn1ente, su una visione "scientifica" (non "scientista") della realtà naturale ed umana, sulla comprensione razionale dei fenomeni naturali e sociali, sull'acquisizione di una coscienza civica e nazionale democratica: è questo umanesimo moderno che, secondo noi, dovrebbe presiedere alla riforma dei programmi e dei metodi di insegnamento, sia nella scuola dell'obbligo sia in tutti gli altri gradi e ordini dell' ordinamento scolastico italiano » (p. 45). Se nei concetti che abbiamo riferito è possibile constatare larghezza, realismo ed equilibrio di vedute, non altrettanto si può dire di certi passi che o non tengono conto della realtà italiana, o misconoscono valori che la nostra generazione torna ad apprezzare dopo le negazioni di un recente passato, o sono sordi alle esigenze di una democrazia che non vuol far getto della libertà. La scuola di Stato, poi, non si rinsalda certamente con le leggine del tipo di quella sull'abilitazione didattica, che ha visto favorevoli anche parlamentari dell'estrema sinistra. La soluzione del vecchio antagonismo scuola pubblica - scuola privata (connesso, nell'Europa cattolica, alle vicende dei rapporti Stato-Chie- [127] BiblotecaGino Bianco

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