lastica italiana dopo il 1861, poco nota all'infuori di una ristretta cerchia di ricercatori, presenta un carattere essenzialmente <<retorico » giacchè ai buoni propositi, alle ambiziose programmazioni, agli splendidi disegni non ha fatto seguire uno sforzo adeguato per tradurre disegni programmazioni propositi nella realtà; e inoltre i provvedimenti di vasto respiro per ad·eguare la scuola ai bisogni della nazione sono sempre venuti in ritardo sul I movimento generale della società italiana. Condividiamo (nelle linee generali, non ~n certe esemplificazioni o applicazioni particolari) le os,s~rvazioni dell' A. sul contrasto esistente tra le esigenze di rinnovamento portate avanti dalla Resistenza, e la realtà scolastica che è rimasta su per giù quella di prima (pp. 10-11); sulla necessità che sia creata una scuola che realizzi essa stessa, e contribuisca a realizzare, la linea di sviluppo sociale e politico indicato dalla Costituzione (pp. 8-9); sulla complessità del problema della riforma, e sulla difficoltà di trovarne la soluzione (p. 12). Non offrono una soluzione adeguata nè le posi- ..... riformare). La soluzione si può avere solo con <<l'adeguamento delle strutture scolastiche alle esigenze della società attuale e l'adeguamento del contenuto, dei metodi dell'insegnamento, degli ordinamenti, della formazione degli insegnanti allo spirito e alle conquiste della civiltà moderna » e tenendo presente che <<una riforma della scuola non può non costare ~ (p. 16). Che cosa i11tenda l' A. per spirito della civiltà moderna Io si desume dalla sua definizione di u1nanesimo moderno (p. 45) da noi riportata più avanti. E' vero altresì che la scuola italiana dalle elementari all'università fu costruita alle origini per l'istruzione di piccole élites (p. 17). Come ha scritto S. Valitutti in un saggio recente (L'educazione della gioventù come classe dirigente, Roma, Avio, 1953) la nostra scuola, organizzata per una società aristocratica in cui la scelta dei dirigenti avveniva fuori e prima di essa, è oggi vittima del contrasto tra la propria struttura tradizionale e il nuovo contenuto sociale postulato dalla società democratica. Sicchè, tra le altre conseguenze, gli allievi che dovrebbero zioni <<conservatrici» (la cui insuffì- essere educati quali futuri dirigenti <<decienza è palesata dal tono prevalentemente elegiaco e negativo delle loro manifestazioni: rimpianto generico di un passato idealizzato, protesta contro l'affollamento della scuola visto come causa del suo declino), nè le posizioni ·angustamente <<tecnicistiche » sanare tutta la crisi attraverso il semplice rinnovamento dei metodi pedagogici e didattici) nè quelle <<economistiche » (l'illusione che basti dilatare il bilancio della P .I. senza nulla mocratici », ispirantisi ai criteri di responsabilità e di collaborazione ( ch·e garantiscono il rispetto della libertà e della dignità dei dipendenti), asorbono invece spiriti e forme d'u·n superato costume aristocratico, poggiato sui principi di superiorità e di autorità: di qui l' autoritarismo e il paternalismo così tenacemente radicati nei ceti dirigenti italiani. L' Alicata non accenna però all'aspetto pedagogico e psicologico studiato dal Vali tutti; si sof- [126] BiblotecaGino Bianco
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