MARIO ALICATA: La riforma della scuola, Roma, Editori Riuniti 1956, pp. 175 in l 6°. Il volumetto comprende: la relazione presentata dall'on. Alicata alla sessione del Comitato centrale del PCI del 28-30 nov. 1955 su La ri'for1na della scuola (pp. 7-55: di qui il titolo del libro); e, a guisa di appendici, la risoluzione del Comitato Centrale del PCI pubblicata su <<L'Unità» 1'8 clic. 1955 (Per una riforma democratica della scuola nazionale, pp. 59 -64); le Proposte per una riforma della scuola elaborate dall'apposita Commissione istituita presso l'Istituto Gramsci di Roma (pp. 65-100); e due relazioni stese nell'ambito dei lavori della Commissione suddetta, rispettivamente da Maria Venturini (Sulla preparazi·one degli insegnanti della scuola obbligatoria uni·ca, pp. 1 O 1119) e dall'on. Stellio Lozza (L'istruzione professionale, pp. 120-172). Alcune appendici rivestono un interesse non minore della relazione di Alicata. Nella quale, come in ogni documento politico, '' . . ce una parte 1sp1rata a preoccupazioni tattiche, in vista di un fine pratico immediato. Muovendo dalla premessa che << è venuto il momento » perchè il PCI affronti <<in termini nuovi » il problema della scuola italiana (p. 35) si giunge infatti, a pp. 52-54, a delineare per il partito comunista un programma di azione, culminante nel proposito <<di arrivare entro l'anno 1956 alla convocazione di una grande assemblea nazionale unitaria per la riforma della scuola, assemblea di professori, di studenti, e di cittaclini, la quale ponga con forza dinanzi al paese il problema della realizzazione delle misure » proposte nella relazione, e sulle quali si vuole che << si pronunzi tutta la opinione pubblica italiana ». Di questo grande movimento che il PCI vuol suscitare si indicano poi gli elementi essenziali; e si dà un elenco succinto delle iniziative in cui il partito può e deve impegnarsi. !vfa accanto a questa parte <<pratica » (cui è correlati va una serie di giudizi polemici ovviamente contingenti, e che sono valutabili, semmai, in altra sede) ve n'è una seconda sollevata in una sfera di più meditata analisi, di critica serena, di costruttive considerazioni e proposte: la quale chiunque s'interessi di problemi scolastici senza preconcetti o aprioristiche <<chiusure », anche se si trova inserito in una diversa corrente politica o ideologica, può o far sua, o almeno riguardare come ·elemento positivo di quel dialogo tra di versi punti di vista che dovrebbe sempre precedere la deliberazione e l'azione. Così, condividiamo l'opinione che i problemi della scuola << sono in primo 1 uogo problemi di natura politica, sociale e culturale» (p. 7); e ci fa piacere l'autocritica, cioè il riconoscimento della poca considerazione che il PCI ha finora attribuito a tale settore della vita nazionale (ibid., e ancora a pp. 48-49). Questa, aggiungiamo noi, è una manchevolezza di tutta la classe dirigente italia•na la quale, dall'unità ad oggi, nelle sue varie sezioni verticali e orizzontali non ha fatto alla scuola, nel quadro dell'azione politica generale, quel posto che le è stato riconosciuto presso altre nazioni europee. La politica sco- [125] BiblotecaGino Bianco
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