Nord e Sud - anno III - n. 20 - luglio 1956

trovare in disaccordo, in linea di principio, con certe conclusioni e certe speranze, per quanto gen·eriche esse siano: << Il sopruso, la discriminazione, la soppressione della libertà di parola, il soffocamento delle autonomie comunali, le repressioni politiche e sindacali, la corruzione, l'omertà, gli eccidi sono anelli di una triste catena che deve essere spezzata ». Per quanto si riferisce alla attuabilità di queste aspirazioni, il Basile non nasconde, come accennavamo all'inizio, un moderato ottimismo. Esso è fondato tra l'altro sul fatto che << il progressivo logorio dell'anticomunismo volgare ha portato alcuni gruppi, particolarmente quelli di democrazia laica, su posizioni nuove e più realistiche, determinate senza dubbio dall'incontro concreto tra le loro esigenze mqrali, culturali o semplicemente giuridiche, e la spinta che veniva dalle masse popolari. Sono num·erosi gli avvocati liberali che si sono trovati a difendere davanti alle preture, alle Corti d'Assise, al Consiglio di Stato, alla Cassazione, operai e braccianti e inteìlettuali comunisti e socialisti; hanno insegnato loro le astuzie della legge e da loro han·no appreso, a volte, una maggiore fiducia nella legalità». Quand'anche tutto ciò fosse vero, questo non significherebbe una acquiescenza dei :lemocratici verso i motivi della propaganda comunista, ma solo un altro passo in avanti verso la liberalizzazione della vita pubblica e verso l'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge, che sono stati due temi fissi e costanti della polemica politica della sinistra d·emocratica in _ Itali a. Le prime sentenze dell'Alta Corte Costituzionale hanno rappresentato un deciso avvìo nella direzione giusta. Resta ora da vedere se, come noi da tempo sosteniamo ed auspichiamo, questa progressiva liberalizzazione e legalizzazione del Paese - sulla strada delle quali c'è ancora molto cammino da fare - non vada togliendo di mano ai comunisti una formidabile arma di agitazione e di proselitismo. Non stupirebbe, insomma, che a lungo andare gli anni di Stalin e di Mac Carthy, della guerra fredda, della tensione interna, delle discriminazioni poliziesche e delle << misure amministrative » finiscano per venir considerati, dai comunisti nostrani, come un periodo eroico, come << l'epoca d'oro >> delle loro fortune politiche. Gli ultimi avvenimenti elettorali sembrano avvalorare tale eventualità. Il carattere anacronistico, patetico e romanzesco di questo libretto del Basile ce ne sembra una minore, ma non inutile prova. NELLO AJELLO (124] Bibloteca Gino Bianco

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