nove anni prima ed assunse, di fatto, la direzione morale del giornale come se questo foglio potesse e dovesse riprendere, senza alcuna soluzione di continuità, la difesa di idee e di posizioni profondamente mutate, se non addirittura tramontate. L'esperienza fascista, l'impronta stampata dal regime nell~istruzione, come in og11isettore della vita quotidiana, il passaggio della guerra con le sue conseguenze, la brusca trasformazione subita dal regime politico italiano, sul piano interno come ~u quello internazionale, tutti questi aspetti non sembrò venissero ben considerati dal giornale, il quale, piuttosto, dimostrò di ignorarli ostinatamente per tracciare un quadro della società borghese napoletana del 1944 in tutto simile a quello che le era proprio nel 1925, e anche prima: La composizione del primo governo democratico offrì allo Scarfoglio il destro di ·concretizzare l'atteggiamento del giornale in una serrata critica alla nuova formazione, da cui egli vedeva totalmente esclusa la classe borghese. In un articolo, dal titolo squillante, << Borghesia fuori dall'·us·cio », p.pparso nel numero del 27 aprile 1944, egli sosteneva che nella nuova compagine governativa ogni iniziativa e potere fossero caduti nelle mani dei cinque ministri senza portafoglio - Croce, Rodinò, Sforza, Nenni e Togliatti - con la conseguenza che solo 'le classi proletarie avessero una diretta rappresentanza al governo. Basandosi su alcune dichiarazioni di Croce, Rodinò e Sforza - dei tre minisitri, cioè, •che non erano esponenti dei partiti operai - in cui essi affermavano di attenersi, nel loro mandato, al dovere di rappresentare nel modo più degno ogni ceto della nazione, al di fuori di posizioni pregiudizialmente determinate, S·~arfoglio deduceva che la borghesia non aveva nessuna rappresentanza ne1 lla nuova formula governativa e concludeva con parole che volevano rappresentare l'intimo dr,amma i,n cui si dibatteva quella classe: cc La borghesia posta tra il licenziamento e la svalutazione della moneta, fra l'esaltazione del lavoro manuale ed il dispregio del lavoro intellettuale, è già alla disperazione. Il sistema delle cooperative sindacali, contro le quali i risparmiatori non hanno alcun istituto da opporre, creerà tra breve nei borghesi il biso,gno di proletarizzarsi ,p,er saziar meglio, 13.fame. c·osì il comuni-- smo russo, obbligando a vivere senza tessera quelli che chiamava con strana ironia gli indipendenti e che noi diremmo liberi (erano diciotto milioni!) uccise la borghesia di Puchkin e Gogol. E nel momento in cui lo stesso fenomeno si sta verificando da noi, si doveva e si poteva escludere la borghesia dal Governo? » • [110] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==