fianco d,ello Scaglione. Il quotidiano napoletano del dopoguerra era divenuto, infatti, piuttosto che la -libera tribuna di differenti opinioni, un organo di ,due ben distinti - e quasi sempre contrastanti - atteggiamenti: uno favorevole ad ogni iniziativa dei C.L.N., rappresentato da Emilio Scaglione, e l'altro contrario, invece, a quelle iniziative, e legato al nome di S~arfoglio. Ap.punto, riconoscendo nell'indirizzo tenuto da qu,est'ultimo una legitima interpretazione dei ,diritti di una buona parte della cittadinanza, le autorità Alleate diedero allo Scarfoglio la possibilità di tirare settiman1 a1mente 20 mila copie, di piccolo formato, di un nuov.o settimanale. Fu così che Il Giorno riprese le sue pubblicazioni. Il 16 marzo 1944 il primo num·ero del Giorno vide la luce. Al di sotto della testata, figurava questo sottotitolo: « democratico-liberale soppresso dal fascismo nel 1927 >>. Editore Paolo Scarfoglio, ne fu direttore Arturo ·Naddei. Ma la p,resenza di quest'ultimo nei ranghi del giornale dov,eva rispon,dere piuttosto ad esigenze formali, di opportunità, che ad altre più sostanziali, di indirizzo; in quanto difficilmente la società editrice del Risorgimento avrebbe tollerato la ufficiale direzione di un altro giornale da parte di uno dei suoi condirettori; ·e, per di più, in un momento in cui questi tentava di accaparrarsi i diritti sulla più ceebre ,del'letestate napoletar1e (causa intentata dallo Scarfoglio contro il Ba11codi Napoli, per la proprietà del Mattino). D'altra parte, il ruolo del Naddei fu tutto proporzionale alle ragioni che lo avev1anoportato a quel posto; in modo che ia storia e lo sviluppo del giornale furono esclusivamente legati a,l nome del suo editore. Il sottotitolo, che appariva al di sotto della testata, sembr2va voler sottolineare l'indirizzo 1antifascista del foglio; invece, lo sviluppo del giornale dimostrò che tale sottotitolo tendeva essenzialmente a stabilire la discendenza dal celebre giornale della Serao. Comunque, se non si poteva propriamente _parlare di giornale antifascista - almeno in un momento in cui ogni aspetto della vita pt1bblica veniva caratterizzato da una indispensabile venatura di antifascismo - non si può certo dire che Il Giorno fosse un giornale fascista: senza entrare ne'l merito della stretta qualificazione politica e ripetutamente dichiarandosi liberal-democratico, spesso in polemica con il Plartito Liberale, Il Giorno mirò apertamente a.Ila riva'lutazione ed alla riscossa della borghesia, intesa come classe economica. Ma soprattutto, il giornale - che iniziò le sue pubblicazioni sdltanto sulle due facciate di f 108] BiblotecaGino Bianco
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