Nord e Sud - anno III - n. 19 - giugno 1956

collaboratore di Giuliano era divenuto Gaspare Pisciotta. Poichè nel novembre del '45 gli Alleati avevano ridato all'Italia il controllo del suo esercito, truppe regolari cominciarono ad essere inviate a rinforzare i carabinieri nella zona di Palermo e di Montelepre. Nel febbraio '46 vi fu un altro scontro di esito incerto tra le forze separatiste di Giuliano e quelle governative. Inoltre, la banda di Giuliano eseguiva continui atti di brigantaggio, per lo più prelevamento di gente ricca, a scopo di ricatto. L'immunità di Giuliano era divenuta un pubblico scandalo; ed il 15 febbraio '46 una taglia di otto milioni fu offerta per lui, vivo o morto. Egli non avrebbe potuto sfuggire a lungo alla cattura senza la coope- . razione della mafia. Con essa aveva stretto i seguenti patti: la mafia aveva il diritto di prelevare il dieci per cento delle somme richieste da Giuliano per il rilascio delle sue vittime. Inoltre la mafia doveva ricevere da lui t1na considerevole somma di danaro a •compenso della protezione che gli offriva, e aveva il diritto di pretendere il suo appoggio ogni volta che occorresse. In cambio, a Giuliano era garantita la piena •protezione della «società». Gran parte del suo lavoro veniva eseguito in diretta cooperazione con la mafia, ed ogni spia contro Giuliano diveniva automaticamente una spia contro la mafia. Stretta una sicura alleanza con quegli effettivi « dirigenti » della Sicilia, restava l'opposizione dei due corpi della polizia italiana, i carabinieri . e la <<celere>>T. ra i due corpi, si è detto, vi era molta rivalità. I reali rapporti tra Giuliano e la polizia non saranno proba·bilmente conosciuti. Se n'è variamente discusso e si sono fatte diverse congetture in proposito. Nel processo del 19S0 a Viterbo vi fu una tale confusione di accuse e di dinieghi da parte dei testimoni che la verità, se fu detta, ne restò offuscata. I due corpi della polizia sono entrambi controllati dal ministro degli Interni. Nel '46 era ministro Romita. Forse, in quel primo stadio, la posizione di Giuliano nei confronti della polizia dipese dall'appartenenza alla banda di Giuliano di un certo Salvatore Ferreri, detto Fra' Diavolo. Seco11do la versione ufficiale, Fra' Diavo-lo era stato immesso nella banda dalla polizia, come spia. Tutta via egli sfuggì alla sorte in cui incorsero le altre spie di Giuliano, che in gener~ venivano trovate uccise con una ~critta sul petto: Fra' Diavolo morì invece molto dopo per mano dei carabinieri. Per parte sua Giuliano lo considerava il suo tramite con la polizia. Pisciotta disse dal banco dei testimoni a Viterbo: « Noi eravamo tutti con [95] Bibloteèa Gino Bianco

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